In occasione della Giornata Mondiale del Fiocchetto Lilla sui Disturbi del Comportamento Alimentare, in programma domani mercoledì 15 marzo, Asl 3 genovese organizza un Open Day al Centro Disturbi Alimentari di Genova Quarto (via G. Maggio,4).
Il Centro per i disturbi alimentari dell’Asl 3 genovese nasce nel 2004. Si occupa di prevenzione, diagnosi e cura di anoressia, bulimia e alimentazione incontrollata. La sede principale è situata a Genova Quarto dove si svolgono la maggior parte delle terapie, compresi i pasti assistiti (i pazienti mangiano presso il Centro assistiti da personale formato), inoltre esistono due ambulatori nella sede di Pammatone (Genova-foce) e un centro di ascolto alla Fiumara (Palazzo della Salute).
Dalle 9 alle 18,30 medici, psicologi, infermieri, assistenti sanitari e dietiste dell’Asl 3 saranno a disposizione dei cittadini, insieme all’associazione Afcoda, per consulenze e distribuzione di materiale informativo. All’evento sarà presente anche uno staff dell’istituto Gaslini per le tematiche pediatriche.
I disturbi del comportamento alimentare sono uno dei più comuni problemi di salute delle giovani donne dei Paesi occidentali e causano importanti complicanze mediche e psicologiche, danneggiando le relazioni interpersonali, la carriera scolastica e lavorativa e aumentando in modo significativo il rischio di morte. Si calcola che queste patologie colpiscano dal 3 al 5% della popolazione femminile dei Paesi occidentali e che quasi il 10% delle ragazze nell’età considerata a rischio, cioè tra i 15 e i 25 anni, abbia un disturbo alimentare “subclinico” o “parziale”. Raro l’esordio di tali patologie dopo i 40 anni d’età.
Su circa 4 milioni e mezzo di giovani donne italiane, si calcolano 65 mila ragazze malate e 8.500 nuovi casi l’anno. L’esperienza dei pochi centri italiani dedicati esclusivamente alla cura dei Dca dimostra che è possibile ridurre con trattamenti intensivi e integrati psicologico-nutrizionali la mortalità dall’8% al 1-2% e avere guarigioni che raggiungono il 60% dei casi, limitando molto il numero di ricadute.
Nei maschi la frequenza di disturbi alimentari è più rara, ma non se ne conosce la reale dimensione in quanto è ancora meno studiata dal punto di vista epidemiologico. Purtroppo soltanto parte degli individui colpiti dai disturbi dell’alimentazione riceve un trattamento (problema della sotto diagnosi) e anche così ,spesso, la cura è iniziata dopo molti anni dall’insorgenza di malattia, con comprensibili riflessi sulla corretta valutazione epidemiologica del fenomeno e riflessi negativi sugli esiti del trattamento (outcome).