23 no, 7 sì. Finisce così, stoppata dal consiglio regionale la proposta di legge del Movimento Cinque Stelle di introdurre in via sperimentale il reddito di cittadinanza in Liguria. Favorevoli, oltre a M5S, Rete a Sinistra e Libera-mente Liguria (Francesco Battistini, appena fuoriuscito dal M5S). Contrari centrodestra e Pd.
La proposta mirava a introdurre un reddito di cittadinanza mensile di 400 euro per circa settemila liguri sotto la soglia di povertà relativa minima utilizzando 27 milioni di risorse regionali.
Un progetto pilota da allargare ai 100.000 liguri sotto la soglia di povertà relativa. La proposta iniziale del gruppo M5S prevedeva inizialmente uno stanziamento di 800 milioni di euro.
Il Movimento replica duro in una nota: “Il Partito Unico, mai così compatto, ha bocciato il Reddito di cittadinanza ligure proposto dal Movimento 5 Stelle, dando, così, uno schiaffo agli 80 mila liguri che vivono al di sotto della soglia di povertà relativa minima. Le risorse c’erano, nel capitolo 20.003 del bilancio regionale: bastava la volontà politica per trovarle. Se, invece, ritengono il contrario, perché non hanno presentato emendamenti in commissione o in consiglio regionale per rendere concreta una proposta che restituirebbe ossigeno vitale migliaia di liguri in difficoltà? Il reddito di cittadinanza non è una fantasia del Movimento 5 Stelle ma una misura necessaria desumibile dallo spirito dell’articolo 3 della Costituzione e richiesta esplicitamente dall’Europa con una direttiva del Consiglio europeo del 24 giugno 1992. Da allora tutti gli stati membri hanno adottato misure analoghe, ad eccezione solo di Italia e Grecia”.
Arriva però lo spiraglio su un’altra proposta: “Noi, al contrario del Partito Democratico, voteremo a favore della loro proposta per il reddito inclusivo, perché, nonostante la totale assenza di misure per il reinserimento nel mondo lavorativo, rappresenta comunque un timido passo nella direzione giusta”.