Dalla Regione Liguria arrivano 323 mila euro per il risarcimento e la prevenzione dei danni provocati dalla fauna selvatica (ungulati e lupi) e subiti nel 2016 da imprenditori agricoli professionali, coltivatori diretti e privati che hanno fatto richiesta delle risorse.
«Stiamo risarcendo il 100% dei danni alle imprese agricole e zootecniche – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura e Caccia Stefano Mai – Con l’introduzione dei nuovi criteri, varati lo scorso maggio, abbiamo dato uniformità e regole certe per tutti sull’intero territorio regionale alle modalità di riconoscimento, verifica e monitoraggio dei danni provocati dalla fauna selvatica e al funzionamento del Fondo per il risarcimento ad agricoltori e allevatori, superando le differenze che prima esistevano tra le province. Rispetto al 2015, i danni denunciati si sono praticamente dimezzati, segno che siamo sulla buona strada nella prevenzione».
Una parte del Fondo regionale è stato impiegato proprio nella prevenzione dei danni: si tratta di circa 74 mila euro che sono stati utilizzati da agricoltori, allevatori e privati per l’acquisto di dissuasori, pastori elettrici e recinzioni. «Poiché le risorse a disposizione sono sempre più esigue – spiega Mai – è fondamentale che si investa sulla prevenzione dei danni».
Da febbraio sono scattate, inoltre, le nuove disposizioni di controllo diretto e indiretto (recinzioni elettrificate o meccaniche, sistemi dissuasivi, pastori elettrici) per la riduzione dei danni provocati dalla presenza dei cinghiali sul territorio ligure. «Con le nuove modalità – dice l’assessore – abbiamo fissato ruoli e competenze precise per i Comuni, per le zone urbane, gli ambiti territoriali di caccia o comprensori alpini e per le aree extraurbane. Inoltre, gli agricoltori professionisti, in possesso di porto d’armi uso caccia, previa autorizzazione della Regione che sarà valutata con un apposito sopralluogo, potranno intervenire direttamente a difesa del proprio fondo, una volta riscontrata la reale minaccia da parte dei cinghiali alle proprie produzioni».
Le nuove modalità per il controllo del cinghiale sono state esaminate da un gruppo di lavoro di cui fanno parte le associazioni venatorie, agricole e di protezione ambientale e l’Università di Genova, seguendo le indicazioni tecniche dell’Ispra-Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale. Infine, secondo i dati aggiornati al 31 gennaio (data di chiusura del prelievo del cinghiale) sono stati abbattuti su tutto il territorio ligure il 79,41% dei capi consentiti (19.741 su 24.860). Ecco le percentuali per provincia: Savona il 65,74 % (5.299 su 8.060); alla Spezia il 69,05% (2.641 su 3.800); a Imperia il 92,82% (4.177 su 4.500); a Genova il 89,69% (7.624 su 8.500).