Domenica 19 febbraio anche i cittadini ecuadoriani residenti a Genova sono chiamati alle urne per due importanti votazioni che riguardano il loro Paese d’origine. Da una parte, l’elezione del nuovo capo dello Stato, che andrà a sostituire l’attuale presidente Rafael Correa, e quella del vicepresidente, di 137 parlamentari, tra cui nazionali, provinciali e delle circoscrizioni estere e di cinque parlamentari andini. Dall’altra parte, i votanti sono chiamati al referendum attraverso cui esprimere la propria preferenza sul divieto per i funzionari pubblici dell’Ecuador ad avere beni e capitali nei paradisi fiscali.
Le urne sono aperte dalle 7 alle 17, nel Centro Civico Buranello, in via Nicolò Daste 8, a Genova Sampierdarena.
Solo quattro le città in tutta Italia in cui i cittadini ecuadoriani potranno votare: insieme a Genova, anche Roma, Milano e Torino. In Liguria ed Emilia Romagna, entrambe sotto la giurisdizione del consolato di Genova, gli aventi diritto al voto sono 13.836 (8.600 donne, 5.236 uomini).
Per votare è necessaria la carta d’identità ecuadoriana o il passaporto e dovrà essere registrato nelle liste elettorali del consolato corrispondente.
La Liguria ha la comunità ecuadoriana più numerosa d’Italia: sono 21.160 gli ecuadoriani nella nostra regione, il 14,8% sono giovani tra i 25 e i 28 anni. L’86% si trova a Genova (sono 17.346). Negli ultimi anni questi numeri hanno registrato una progressiva diminuzione: in Liguria nel 2014 erano 23.107, solo a Genova nello stesso anno si contavano 20.123 ecuadoriani. La motivazione, secondo quanto riferisce il Consolato dell’Ecuador a Genova, non sta tanto nel calo dell’immigrazione (pur essendo un fenomeno che si è effettivamente verificato), quanto nell’aumento del numero di ecuadoriani che col tempo hanno preso la cittadinanza italiana.