Sono molti gli spunti finanziari della scorsa settimana: l’appuntamento centrale è stato il meeting Bce, molte erano le aspettative degli investitori e Mario Draghi non ha tradito le attese. Importante dato da sottolineare è che tutte le decisioni prese dal direttivo non sono state deliberate all’unanimità, Jens Weidmann, governatore della Bundesbank, ha apertamente espresso il suo dissenso alle manovre decretate dalla Bce. Come da previsione, i livelli dei tassi monetari sono rimasti invariati con i Depo rate sempre a -0,40%, mentre misure più accomodanti sono state prese a livello di Quantitative Easing.
Conferme e novità nel programma di acquisto di titoli obbligazionari posto in essere dall’Eurotower: proseguirà per tutto il 2017, (si avrà quindi una estensione di 9 mesi contro i 6 previsti dagli analisti) a un passo però inferiore rispetto a quanto stabilito fino a marzo 2017. Si passerà da 80 miliardi mensili a 60. Le novità più interessanti hanno riguardato soprattutto il modus operandi che la Bce adotterà dalla prossima primavera, Draghi ha più volte evidenziato che il proseguimento del Qe a fine 2017, quantificabile in 60 miliardi mensili, è da considerarsi come intervento minimo, se però i target inflattivi stabiliti, dovessero essere disattesi, allora nel prossimo anno ci si potrà attendere una politica monetaria ulteriormente accomodante.
Alle decisioni della Bce, il mercato ha reagito timidamente e in modo discordante rispetto a quanto ci si potesse aspettare, il tasso fisso ha visto un’impennata dei rendimenti sulla parte medio lunga della curva, comportandone un deciso irripidimento. I bond con scadenza fino a 5 anni sono rimasti tutto sommato invariati, perché ancora pesantemente influenzati dalle dinamiche sui tassi monetari, mentre il decennale e il trentennale hanno vissuto giornate di pesanti vendite a causa di un riposizionamento dei principali player internazionali.
Un movimento inatteso è stato quello registrato sui mercati dei cambi, dove l’euro si è indebolito contro il dollaro statunitense, la negativa reazione del mercato obbligazionario poteva suggerirci una insufficiente forza nella manovra monetaria adottata da Draghi, che avrebbe dovuto tradursi in un apprezzamento dell’euro nei confronti delle principali valute, ma questo non è avvenuto, anzi si è assistito a un andamento del tutto contrapposto.
Nel week end si è assistito al secondo capitolo del vertice Opec allargato ad altri paesi produttori, le indiscrezioni che circolavano sono state ufficializzate, concretizzandosi in un ulteriore taglio della produzione di 558 mila barili al giorno dove la sola Russia contribuirà per circa 300 mila. Poco dopo l’annuncio ufficiale le quotazioni del Wti hanno virato al rialzo, arrivando poco sotto i 55 dollari per barile.
Il caso Monte Paschi tiene ancora sotto scacco i mercati, dopo l’esito negativo della richiesta fatta a Bce, di una proroga temporale di 20 giorni e nonostante il cda senese abbia prolungato il periodo di concambio tra subordinati e azioni, prende sempre più campo l’ipotesi di un intervento pubblico nel capitale della banca. Sarebbe la prima volta di un intervento pubblico in ambito bancario dopo l’entrata in vigore della legislazione europea in tema di bail-in.
Per quanto riguarda questa settimana, l’evento più importante della settimana sarà la riunione del Fomc (Comitato federale del mercato aperto) della Fed, che come già anticipato dalla governatrice Yellen, rivedrà al rialzo i livelli dei Fed Funds. Gli analisti si aspettano un incremento di un quarto di punto, per poi assistere nel 2017 ad altri due aumenti.
In Europa sono attesi i dati sull’andamento dell’inflazione che dovrebbero rimanere ancora orientati verso il basso, mentre quelli britannici potrebbero confermare un sostanziale rialzo, soprattutto a causa del forte deprezzamento della sterlina nei confronti delle principali valute mondiali.
In Italia il settore bancario sarà ancora sotto i riflettori, con le evoluzioni sulla ricapitalizzazione di Mps e sul prossimo aumento di Unicredit comprensivo della vendita della controllata polacca Pekao Bank e delle continue voci sulla prossima cessione di Pioneer.