La Borsa di Milano ha aperto in calo dopo le dimissioni annunciate da Matteo Renzi a causa dell’esidto del referendum. Il Ftse Mib segna un -1,8% a 16.774 punti. Male i titoli bancari, con Mps a -10%, Unicredit -7%, Banco Popolare -5,4%. Nei mercati europei Londra perde lo 0,3%, Francoforte lo 0,18% e Parigi lo 0,49%. Resistono i titoli difensivi come St (+0,9%), Campari (+0,3%) e Buzzi (+0,1%), restano intorno alla parità i petroliferi come Tenaris ed Eni, in scia ancora all’accordo in sede Opec sul taglio alla produzione di greggio. Intorno alle 10 però l’indice è tornato positivo.
Nei mercati asiatici la Borsa di Tokyo ha chiuso in calo: il Nikkei giù dello 0,82%.
Petrolio in discesa in avvio di giornata dopo aver chiuso la settimana con i maggiori rialzi da febbraio 2011. I contratti sul greggio Wti con scadenza a gennaio cedono 64 centesimi a 51,04 dollari al barile. Il Brent si posiziona a 53,7 dollari.
In ascesa il prezzo dell’oro subito dopo il risultato referendario: 1.190 dollari l’oncia, ma successivamente si assesta a 1,177 dollari l’oncia.
L’euro nella notte era sceso ai minimi da 20 mesi. In mattinata recupera sopra quota 1,06 dollari.
Anche lo spread si risistema dopo un picco a 178, dopo la chiusura a 163 di venerdì. Nelle prime contrattazioni, torna a 170 punti.