New York e Londra, ma anche Hong Kong e Shanghai. Qui, nei centri nevralgici del mercato dell’arte internazionale, si tengono le aste più importanti e prestigiose. E proprio le città anglosassoni sono quelle a cui guardano con maggior interesse i nuovi e facoltosi compratori, in primis di nazionalità cinese. E l’Italia, come tutti gli altri Paesi europei al di fuori del Regno Unito, si limitano a raccogliere ed esportare le opere all’estero.
Un mercato su cui non si è riversato alcun effetto Trump: la settimana dell’arte a New York, che si è conclusa da pochi giorni, ha dimostrato ancora una volta che il mercato artistico è in grado di reggere, almeno nel breve periodo, le conseguenze di quello azionario. Ne parliamo con Marco Trevisan, partner di Christie’s, la casa d’aste più antica del mondo.