Dopo i 29 milioni del decreto Sblocca Italia, anche la Francia mette sul piatto la sua quota per la ferrovia Cuneo-Ventimiglia: 17 milioni appena reperiti e pronti da stanziare da parte dello Stato francese, la Regione Paca, Sncf-Reseau. Un totale di 46 milioni a cui potrebbero aggiungersene 3 da reperire tra enti locali d’oltrefrontiera. Un investimento che, pur rimodulato, garantirà la messa in sicurezza e un rilancio dell’infrastruttura: lavori nel tunnel ferroviario fra Tenda e Limone (già appaltato da Rfi Piemonte), consolidamento di versanti e viadotti sulla tratta francese, implementazione di sistemi di controllo marcia treno sui convogli dei due paesi (Scmt e Daat) fino a Limone Piemonte, compreso il Gsm ferroviario.
L’annuncio della compartecipazione di Parigi era atteso ormai da fine 2014, quando l’Italia aveva stanziato la sua quota. È arrivato ieri, a Breil-sur-Roya, per mezzo del vice presidente e assessore ai Trasporti della Regione Paca Philippe Tabarot in una riunione aperta ai sindaci della vallata e alle associazioni francesi e italiane. La linea sarà chiusa per sei mesi da settembre del 2017 a maggio 2018. A fine lavori sarà in parte eliminato il limite di 40 chilometri orari, riportandolo fino a 60 e non 80 come previsto in un primo momento. La linea è ora gestita dalla Regione Piemonte, mentre la Francia, con l’operatore Sncf, porta i suoi convogli dalla diramazione di Nizza fino a Tenda e non a Limone Piemonte.
I convogli italiani sono attualmente limitati a due coppie al giorno fra Cuneo e Ventimiglia, contro le otto che circolavano fino al 2013.
In vista della messa in sicurezza accelera anche la fase negoziale per il rinnovo della Convenzione firmata nel 1970, all’epoca della ricostruzione post bellica: danneggiata dalle truppe italiane e poi distrutta dalla ritirata tedesca, la linea è stata inaugurata per la seconda volta nel 1979. Le spese di ricostruzione e di manutenzione sono però rimaste totalmente a carico dell’Italia. Fino al 2009, quando l’Italia – unilateralmente – ha gettato la spugna.
Per scongiurare la chiusura le parti sono tornate a sedersi al tavolo delle trattative. Dopo il finanziamento è ora prevista una nuova riunione della Conferenza Intergovernativa delle Alpi del Sud e, ai primi di dicembre, una versione stabilizzata della futura Convenzione. Secondo fonti francesi, la proposta negoziale italiana è quella di creare un soggetto gestore di diritto italiano (“promotore pubblico”), di cui entrerebbero certamente a far parte gli Stati e, come membri designati, le Regioni Paca e Piemonte. Non la Liguria. Motivo? Intanto perché è Rfi Piemonte ad avere oggi in carico la tratta. «E poi perché non ha soldi» – dicono pragmatiche fonti francesi.
La linea, concepita a fine Ottocento, è stata inaugurata dopo una travagliata fase di costruzione nel 1928. Oggi scorre su un binario unico tra gole e montagne, non elettrificato, per 96 chilometri di spettacolari viadotti e gallerie ad anello, di cui 47 in territorio francese. Conosciuta come “Ferrovia delle Meraviglie”, il suo destino è appeso a un filo: linea internazionale Torino-Nizza la speranza di molti. «Ramo secco» secondo l’ex Ad di Trenitalia Moretti. “Promossa” oggi a «piccola ferrovia di montagna» dai dirigenti Sncf.