La commissione finanze comprende la necessaria espansione all’estero per la Societé d’exploitation des ports de Monaco (Sepm), dato che non ci sono possibilità di espansione nel Principato. D’altro lato pone riserve sull’attrattiva commerciale di questo nuovo porto (quello di Ventimiglia, ndr), per i proprietari di navi di grandi dimensioni». Così Marc Burini, vicepresidente del consiglio nazionale e presidente della commissione finanze del Principato, ha espresso lunedì scorso durante la seduta pubblica del consiglio nazionale l’opinione dei parlamentari in merito all’acquisizione e al completamento di Cala del Forte: 30 milioni che dovranno essere stanziati da Monaco su un totale di 80, con la partecipazione di istituti bancari.
Il porto turistico è stato avviato a Ventimiglia dal gruppo Cozzi Parodi ma è rimasto incompleto. In attesa della variante urbanistica che consentirà la riduzione del numero dei posti barca a 171 e l’ingresso dei grandi yacht, si sono nel frattempo palesati tutti i dubbi e i disagi dei parlamentari monegaschi, che preferiscono appoggiare l’ingresso di Monaco nella privatizzazione dell’Aeroporto di Nizza annunciata a luglio scorso. L’obiettivo è un seggio nel cda dello scalo nizzardo insieme alla cordata italo francese “Azzurra” di cui fanno parte il gruppo Benetton, gli Aeroporti di Roma e Edf Invest.
Sull’operazione Ventimiglia, è stato in particolare il consigliere Laurent Nouvion (Horizon Monaco) a incalzare il governo, a cui ha fatto seguito la risposta del ministro delle Finanze Jean Castellini. Dal lato dell’esecutivo, si dà conto di contatti avviati a livello ministeriale con Roma per ottenere la garanzia degli impegni a livello nazionale, «senza i quali potremmo dare un seguito diverso a questa operazione».
Di seguito l’intervento del consigliere Laurent Nouvion e la risposta del ministro Jean Castellini.
Laurent Nouvion: «Portiamo il nostro pieno e completo sostegno all’investimento sull’aeroporto di Nizza, hub internazionale, il cui sviluppo è molto promettente. Speriamo che Monaco possa essere parte in causa con un proprio seggio al consiglio d’amministrazione. La nostra fiducia non è invece la stessa, non della stessa natura, per il porto di Ventimiglia nel quadro delle attività della Società dei porti di Monaco. Fin dall’inizio ho avuto serie riserve su questo progetto e sull’affidabilità di questa operazione, sulle sue condizioni politiche e giuridiche, che non mi sembrano riunite. Chiediamo dunque precisazioni sulla responsabilità dello Stato attraverso la Società dei porti di Monaco di fronte a questo pool bancario di cui ha parlato il signor ministro. L’acquisizione del porto di Ventimiglia doveva avviarsi su un investimento di circa 80 milioni di euro, è stato poi annunciato che l’investimento dedicato sarà di 30 milioni dal fondo di riserva costituzionale, su tre anni, a partire dal momento in cui avrete firmato gli accordi con il consorzio in questione e la città di Ventimiglia e che il resto della somma che sarà investita sarà costituita da un pool guidato dalla società dei porti di Monaco, che poi è lo Stato monegasco. Quale sarà la responsabilità dello Stato di fronte a questo pool bancario, da chi e da cosa è costituito questo pool bancario?»
La risposta del ministro Jean Castellini: «Oggi il pool bancario non è ancora perfezionato perché la Sepm discute con diversi istituti interessati all’operazione, altri hanno proposto condizioni che non può accettare. È evidente che lo Stato in quanto azionista al 100% della Sepm è garante delle somme che saranno prestate alla Sepm per la realizzazione di questo progetto. Poi c’è la parte evocata, quella del Fondo di riserva, il cui ammontare sarà tra i 20 e i 30 milioni. Nulla è ancora deciso per questa che, senza entrare nel dettaglio, è una buona operazione finanziaria. Resto convinto che, per la durata della concessione, per l’interesse che genera questa acquisizione potenziale, quella del porto di Ventimiglia è un’operazione da privilegiare. Questo non dovrà farsi a discapito delle garanzie che dovranno esserci proposte dallo Stato italiano, al più alto livello. Chi è il firmatario? I primi contatti sono avvenuti con la Regione, ma oggi abbiamo contatti a livello nazionale, a Roma, ed è al livello di questi ministeri che un certo numero di impegni dovranno essere assicurati, senza i quali potremmo dare un seguito diverso a questa operazione. La Sepm resta in attesa degli elementi di cui sarà chiamata a farsi carico, perché i lavori sono stati iniziati e poi interrotti. Senza queste informazioni nelle prossime settimane la Sepm potrebbe anche rivedere la propria partecipazione in questo progetto».