Una casa vuota su 3 in Liguria, valori massimi a Savona e Imperia. È quanto emerge da un’analisi sulle abitazioni di Solo Affitti, rete immobiliare specializzata nella locazione, con 340 agenzie (40 in Spagna), che propone di incentivare il mercato locativo valorizzando un patrimonio immobiliare nazionale di oltre 7 milioni di case sfitte.
In Liguria, dove abbondano le case di villeggiatura, un’abitazione su tre è vuota (30,93% per 331.863 case in totale) con una concentrazione maggiore nelle province di Savona (1° posto regionale e 5° nazionale con il 48,78% e 109.784 case vuote) e Imperia (2° posto regionale e 7° nazionale con il 42,83% e 74.807 case).
Molte le abitazioni non occupate anche in provincia della Spezia (3° posto in Liguria con il 24,76% e 32.914 case vuote) e di Genova (4° posto con il 21,98% e 114.358 case). Nel capoluogo ligure si concentrano 32.900 immobili non occupati, pari al 10,62% del totale. Se guardiamo alle altre grandi città, quelle con più abitazioni non occupate sono in Emilia Romagna, Sicilia e Puglia. Ravenna è il primo Comune d’Italia per case vuote (28,37% per 27.118 immobili). Precede di poco Reggio Calabria (2° posto, 27,3% e 26.214 immobili). Fra le prime dieci città ci sono anche Brescia (6° posto con il 14,7%) e le pugliesi Taranto (9° posto con il 13,6%) e Bari (10° posto con il 12,9%). Il livello massimo di occupazione degli immobili si raggiunge ancora una volta nei centri metropolitani come Milano (terzultima con il 5,8% e 37.073 case), Napoli (penultima con il 3,9%) e Firenze (ultima con il 3%).
«Facciamo in modo – commenta Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – che questo grande patrimonio immobiliare a disposizione in Italia possa soddisfare il fabbisogno abitativo e faccia rivivere i piccoli e medi centri storici del nostro Paese. Occorre un progetto governativo chiaro sulla casa e sulle locazioni attraverso agevolazioni fiscali per proprietari e inquilini, come avviene in tanti altri Paesi europei. Un buon passo in questa direzione è la tassazione fissa al 21% della cedolare secca per i contratti a canone libero e al 10% per i contratti a canone concordato. Occorre, tuttavia, far conoscere di più queste agevolazioni e spingere le amministrazioni comunali a convocare le associazioni di proprietari e inquilini per rinnovare gli accordi sui canoni di locazione. A Milano e Napoli i prezzi degli affitti sono stati aggiornati dopo 10-15 anni e i contratti agevolati faticano a decollare, anche perché i canoni concordati su alcune aree si discostano troppo dai prezzi di mercato, e i benefici per locatari e locatori tardano ad arrivare».