È Porto Venere, nel Golfo della Spezia, la prima “vittima” delle nuove misure antiterrorismo che il ministero degli Interni ha imposto a tutti i porti italiani: 31 scali in rada di navi da crociera nel Golfo della Spezia sono ormai destinati a essere cancellati con l’applicazione dei controlli previsti dall’allerta 2 in tema di security.
«Ma il caso di Porto Venere – afferma Andrea Fontana, presidente dell’Associazione agenti marittimi della Spezia, sottolineando comunque la piena comprensione delle superiori esigenze di sicurezza – rischia di essere solo la punta dell’iceberg. Tutte le navi da crociera che anziché ormeggiarsi in un porto, hanno optato in questi anni per il più suggestivo stazionamento in rada, nella vicinanza di alcune fra le più affascinanti destinazioni turistiche, corrono oggi lo stesso pericolo di azzeramento».
La Capitaneria di porto e l’Autorità portuale della Spezia stanno tentando di attenuare il più possibile gli effetti negativi delle nuove misure di sicurezza, anche attraverso l’applicazione di tariffe preferenziali, in Stazione marittima, ma l’obbligo di controlli capillari passeggero per passeggero, evidentemente giustificati da pericoli incombenti, sta comunque generando «danni a dir poco consistenti all’economia marittima e portuale, ma anche a quella commerciale e turistica delle destinazioni, come Porto Venere, che ormai da anni si sono attrezzate per accogliere e soddisfare la domanda dei crocieristi», aggiunge Fontana.
Sarebbe almeno indispensabile secondo il presidente degli Agenti marittimi spezzini, che lo stesso livello di allerta e quindi di misure di controllo fosse applicato in tutta la portualità mediterranea, in particolare francese, spagnola e greca, per scongiurare nuove forme di distorsione della concorrenza e quindi di penalizzazione del mercato italiano.