Con una lettera inviata al ministero della Pubblica amministrazione, a quello dello sviluppo economico e ai parlamentari, 36 Camere di commercio in Italia, tra cui quella di Genova, chiedono al governo di modificare subito il decreto di riforma che passerà in Consiglio dei ministri il 29 luglio, che, come si legge nella lettera, “non crea altro che disservizi al sistema imprenditoriale”.
La richiesta è quella di riscriverlo, focalizzando su innovazione, ampliamento di servizi, mantenimento del personale e delle sedi territoriali.
Prosegue la lettera: “le aziende vogliono una pubblica amministrazione come loro, non enti burocratici. E per questo è necessario che tutto miri all’offerta di servizi di qualità. Per fare questo occorre mantenere e rafforzare il personale esistente, occorre mantenere le Unioni Regionali, occorre mantenere le aziende speciali e le sedi secondarie, perché sono tutti aspetti e componenti di un’unica realtà: il sistema delle Camere di commercio, che per funzionare a livelli ottimali necessita di ogni parte del suo corpo. Gli imprenditori, come evidenziano ripetute indagini e testimonianze, hanno trovato nel sistema camerale (presente in ciascuna provincia e quindi vicino al proprio territorio) e nella professionalità dei suoi lavoratori, competenza, onestà e imparzialità, e apprezzati servizi a titolo gratuito o con un costo molto inferiore a quello di mercato”.