Diventare un punto di riferimento europeo, puntare sulla ricerca con nuove tecnologie e laboratori (per questo la richiesta dei locali dell’ex Provincia a Quarto). L’Istituto Giannina Gaslini, Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), presenta il Piano strategico 2016-2020 attraverso il quale ha delineato le scelte di fondo per affrontare il prossimo quinquennio.
Fondato nel 1938, il Gaslini oggi gestisce 400 posti letto e conta 40 mila ricoveri l’anno. Vi lavorano 2 mila persone tra medici infermieri e ricercatori, possiede competenze specialistiche e capacità di attrazione a livello nazionale e internazionale.
Nel confronto con gli altri ospedali pediatrici del territorio nazionale il Gaslini ha rilevanza in termini di dotazione di posti letto e di volumi di attività chirurgica. È l’unico ospedale in Italia che dispone di tutte le specialità mediche e chirurgiche dell’area pediatrica e materno-infantile.
Per la redazione del piano è stata fatta quella che si chiama swot analysis: «Abbiamo analizzato i punti di debolezza – dice il presidente dell’Istituto Pietro Pongiglione – e abbiamo trovato che i principali siano il bacino di utenza locale limitato, l’inadeguatezza del sistema tariffario, la struttura a padiglioni con pochi posti letto, una rete di trasporti e recettività inadeguata, l’attrattività per gli organici». I punti di forza invece sono l’integrazione dell’assistenza con la ricerca, la multidisciplinarietà, la capacità di attrazione e la presa in carico globale di bambini e famiglie.
Il presidente non tralascia i rischi: l’alto numero di competitor, le progressioni di carriera lente, il sistema di accoglienza delle famiglie. Tra le opportunità la nuova struttura per i laboratori, la costituzione di consorzi con poli di ricerca di eccellenza, la creazione di possibili startup, una leadership riconosciuta in molti settori specialistici.
«Sulla diagnostica radiologica avremmo la possibilità di essere leader nazionali, abbiamo aree strategiche in cui dobbiamo muoverci attraverso attività e capitale umano. In più, rispetto ad altre strutture, il Gaslini ha collaborazioni internazionali attraverso protocolli d’intesa».
La fiducia nell’Istituto è altissima: il 91% delle persone interpellate dall’Istituto Piepoli hanno risposto molta o moltissima, «per questo pensiamo anche a incrementare anche il fund raising, forti del fatto che le persone hanno un’ottima opinione del Gaslini», aggiunge Pongiglione.
L’Associazione Gaslini onlus, identità operativa destinata a svolgere gran parte del lavoro di ricerca e organizzazione delle risorse pro Istituto, verrà riorganizzata e potenziata. Redigerà un bilancio sociale annuale che, oltre a rendicontare con trasparenza i fondi incassati ed il loro utilizzo, valorizzerà secondo parametri qualitativi la ricaduta sociale delle iniziative, oltre a quella scientifica e medico-sanitaria.
Modello gestionale: le azioni prioritarie
Risposte efficaci e tempestive, capacità di occupare aree di nicchia laddove l’Istituto dispone di competenze uniche, misure di prevenzione degli errori e degli eventi avversi, le infezioni ospedaliere su tutte, costituiscono le scelte di fondo del Gaslini per affrontare le sfide del prossimo quinquennio.
Soprattutto, valorizzazione delle professionalità: la qualità di ogni singolo operatore alla base e quale espressione dell’eccellenza dell’ospedale.
La ricerca traslazionale darà un contributo alla crescita dell’Istituto non solo in termini di qualità della produzione scientifica, ma favorirà l’attrazione anche nel campo degli investimenti.
Previsto il completamento del processo di informatizzazione gestionale e di dematerializzazione, la messa a regime della cartella clinica elettronica, l’adozione di armadi farmaceutici e per la gestione dei presidi predisposti per somministrazione-paziente, il completamento dell’integrazione della tecnologia sanitaria con i monitoraggi centralizzati.
Dal punto di vista organizzativo si supereranno le barriere fra unità operative, cercando di alleggerire l’infrastruttura burocratico-amministrativa, sveltendo le filiere e riducendo i tempi di latenza.
L’area assistenziale sarà orientata all’organizzazione per intensità di cura, cioè in base alla criticità del paziente e carico assistenziale rispetto ai bisogni specifici.
La piena operatività dell’ospedale dovrà essere garantita a regime sull’arco delle dodici ore in tutte le articolazioni organizzative: non solo nelle degenze ma anche nelle sale chirurgiche, di diagnostica e nei settori ambulatoriali.
L’ospedale di giorno rappresenta il naturale braccio operativo di collegamento fra le aree di degenza e il territorio: lo sviluppo di percorsi che consentano la deospedalizzazione precoce dei pazienti in totale sicurezza con accesso tempestivo al follow up, lo sviluppo di joint venture con altri attori, un portafoglio di offerta di prestazioni in libera professione in intramoenia e di equipe, costituiscono le tematiche da affrontare.
Saranno realizzati nuovi laboratori di ricerca, identificando, con la collaborazione degli Enti territoriali, spazi idonei poco fuori le mura dell’ospedale, ufficialmente il Gaslini chiede quelli dell’ex Provincia a Quarto. In questo senso appare essenziale una più stretta collaborazione con l’Università di Genova e l’Istituto Italiano di Tecnologia. Coerentemente alla riorganizzazione dei laboratori di ricerca occorre aggiornare e potenziare le più moderne tecnologie di laboratorio già presenti in Istituto e introdurne altre.
Sempre maggiore attenzione dovrà essere posta alla gestione delle infezioni ospedaliere, che costituiscono una delle maggiori criticità a fronte dell’incremento delle farmaco-resistenze, con l’obiettivo di sviluppare diagnostica infettivologica avanzata e migliorare la adeguatezza delle prescrizioni di antibiotici sviluppando il dosaggio dei farmaci su microcampioni di sangue e altri liquidi biologici.
Malattie Rare, medicina personalizzata e biobanche
La maggior parte delle malattie seguite al Gaslini sono malattie rare e una parte considerevole è di origine genetica. In Istituto giungono molti pazienti con malattie che non hanno una diagnosi e che spesso potrebbero rappresentare malattie genetiche nuove. Sono da prevedere il potenziamento e l’integrazione funzionale delle biobanche, già presenti in Istituto, in quanto consentono la centralizzazione del materiale biologico proveniente da persone affette da malattie genetiche; rivestono un ruolo essenziale e sono alla base degli scambi tra le diverse istituzioni a livello nazionale ed internazionale a fini diagnostici, di cura e di ricerca.
Uno dei principali obiettivi della scienza medica attuale è lo sviluppo di una medicina personalizzata (“precision medicine”) cioè la possibilità per esempio di suddividere i pazienti sulla base della loro suscettibilità a malattie o complicanze o della loro risposta a un trattamento specifico.
Saranno potenziati e allargati i progetti di telemedicina, molti dei quali già consolidati, per consentire sempre più il monitoraggio a distanza, al domicilio dei pazienti affetti da patologie croniche invalidanti, supportando la collaborazione con i medici locali.
Il piano prevede anche il perfezionamento del progetto riabilitazione e continuità delle cure con degenza riabilitativa (letti di alta specialità riabilitativa) e valorizzazione dei laboratori attraverso l’acquisizione di tecnologie innovative (robot, teleriabilitazione e ambienti di realtà aumentata).
Dopo il video le slide con i dati salienti del piano strategico