«Le numerose nuove aperture commerciali preannunciate dall’assessore Rixi non possono che essere viste bene se porteranno nuova occupazione; in particolare dove oggi s’intravede solo un timidissimo segnale di ripresa dalla crisi economica che ci accompagna da anni». Così Riccardo Serri, segretario generale della UilTucs di Genova e della Liguria.
«Da sempre la Uiltucs ligure, categoria che si occupa di turismo, commercio e servizi, ritiene che una sana concorrenza sia positiva per la crescita di un adeguato tessuto commerciale e, in particolar modo, per le tasche dei consumatori. Ma se si supera quel confine di “sostenibilità”, si rischia l’effetto implosione, quanto meno sul dato occupazionale».
La Uiltucs cita dei dati: in Liguria nel primo trimestre 2016 su una base di 1.959 punti vendita, sono state 46 aperture e 65 chiusure. Il trend ligure è negativo rispetto al dato nazionale che su 151.350 unità locali ha visto 5.059 aperture e 4.006 chiusure.
«Di sicuro, se ci sarà attenzione affinché venga impiegata forza lavoro locale – aggiunge Serri – a partire dalla costruzione o ristrutturazione delle aree che ospiteranno i nuovi insediamenti, si potranno avere temporanei effetti benefici sull’economia generale. Crediamo, però, che, una volta ultimate le strutture, l’occupazione di settore non crescerà ma verrà, nel migliore dei casi, mantenuta numericamente. Pensiamo che il mercato sia ancora troppo debole e che il proliferare di ulteriori attività commerciali dividerà le attuali vendite tra più competitor con conseguente effetto immediato di altre chiusure di piccole strutture: imprenditori disoccupati ma anche il licenziamento di parte degli attuali dipendenti dalle medie e grandi aziende che vedranno ridurre i propri fatturati».
UilTucs chiede all’assessore Rixi e al presidente Toti di prevedere, nella stesura della nuova legge regionale, l’istituzione di un “tavolo permanente” di monitoraggio e ricerca delle debite soluzioni in caso di esuberi del personale. «Riteniamo che chi apre nuove strutture, si “debba” fare carico di chi perde il posto di lavoro. Sappiamo che non sarà semplice inserire nell’organico di una nuova apertura commerciale un cinquantenne licenziato da altri, se pur di grande esperienza. Questo lavoratore sarà probabilmente più costoso di un giovane al primo impiego. Tuttavia crediamo che questo sia il minimo che questa giunta regionale debba a tanti suoi cittadini. Naturalmente anche le nuove imprese che colgono le nuove opportunità dovranno fare la loro parte. Aderendo alla richiesta della nostra organizzazione, la giunta regionale potrà dimostrare di avere un’etica nelle proprie scelte. Fiduciosi della giusta attenzione, attendiamo una convocazione prima del varo della nuova legge».