Niente più carbone a Vado Ligure. Il cda della centrale termoelettrica Tirreno Power, composto da Engie Gdf Suez e Sorgenia, ha deciso di dare ufficialmente l’addio ai vecchi impianti.
Una scelta in parte motivata da ragioni economiche e, in parte, dovuta ai due anni di sequestro degli stessi gruppi a carbone, coinvolti in un’inchiesta della procura che ipotizza il disastro ambientale e l’omicidio colposo a causa dell’inquinamento prodotto.
Oggi è giunta la risposta delle rappresentanze sindacali dei lavoratori che, rammaricate di aver appreso il fatto solo dalle agenzie di stampa, chiedono un incontro urgente con i dirigenti e le istituzioni locali.
«In considerazione di quanto dichiarato dalla società – scrivono le Rsu in una nota – riteniamo ineludibile un incontro con l’azienda, dove la stessa possa chiarire in modo diretto le proprie intenzioni. Naturalmente siamo consapevoli che rivestono una grande importanza anche i tavoli richiesi dalle Rsu e dalle Ooss previsti presso il ministero dello Sviluppo economico nelle date del 9-16 giugno. Riteniamo assolutamente indispensabile, vista la gravità della situazione, che l’incontro abbia luogo in tempi brevi e che l’azienda si assuma la responsabilità di intraprendere un percorso condiviso con le parti».
Il maggiore interrogativo è cosa accadrà domani. L’unico spunto lo ha dato la stessa Tirreno Power sostenendo di aver «avviato un progetto di reindustrializzazione del sito, volto a favorire l’insediamento di nuove aziende con l’obiettivo di contribuire alla ricerca di soluzioni che possano offrire un futuro occupazionale ai lavoratori e una prospettiva di sviluppo al territorio».