È battaglia oggi in consiglio regionale sulla modifica dello statuto per l’introduzione dei sottosegretari voluta dal presidente Giovanni Toti. La proposta del centrodestra è stata bocciata da tutti i partiti di opposizione.
“Dopo il Piano Casa arriva il Piano Casta” hanno detto i consiglieri del Pd. «Questa maggioranza – ha spiegato la capogruppo Raffaella Paita – ha gettato la maschera, dimostrando una scarsa coerenza e chiarendo a tutti quanti che al centrodestra di diminuire i costi della politica importa ben poco. Anzi: da un anno il centrodestra non fa che aumentarli. Eppure alcuni degli attuali consiglieri e assessori regionali, quando sedevano tra i banchi della minoranza poco più di 12 mesi fa, sostenevano posizioni diametralmente opposte. Forse hanno perso la memoria, o più semplicemente hanno cambiato idea».
Paita ha ricordato, insieme al consigliere del Pd Pippo Rossetti «le battaglie della Lega Nord contro gli assessori esterni o contro il settimo assessore: secondo loro – ha precisato Rossetti – ne sarebbero bastati sei. Oggi che sono al governo della Regione però, non soltanto dicono che sette assessori sono pochi, ma vogliono anche affiancargli tre sottosegretari».
«I sottosegretari servono – ha replicato Toti – ma capisco che sia difficile da comprendere perché questa giunta lavora molto, al di là di quello che le opposizioni ritengono. Lavorano molto tutti gli assessori e questa maggioranza politica, che ha fatto più cose in questo anno che sta per concludersi di quante non ne abbiano fatte i nostri predecessori nei dieci anni precedenti. I miei assessori non solo godono dell’assoluta fiducia mia e della maggioranza politica che ci sostiene, ma hanno il doppio delle deleghe rispetto al passato e, nonostante questo, le stanno portando avanti nel modo migliore e nell’interesse dei cittadini».
«Tre sottosegretari – ha precisato Toti – servono perché riteniamo che questo porterà a una maggiore efficienza e efficacia, non a livello politico, perché lavoriamo benissimo insieme, ma nell’offerta di servizi ai cittadini».
Secondo Toti «la precedente maggioranza di centrosinistra non è stata mandata a casa dai cittadini perché aveva 13 assessori, di cui tre esterni, ma perché, nonostante questo numero, non è stata in grado di produrre risultati accettabili. Vorrei riportare un filo di ordine nella discussione: stiamo parlando della modifica dello statuto. Questa riforma rimarrà a disposizione di qualsiasi maggioranza politica che governerà la Liguria e che potrà nominare i sottosegretari, definendone assunzione, costi, limiti e attività. Questa amministrazione, una volta modificato lo statuto, proporrà una legge istitutiva dei sottosegretari e ne stabilirà anche tutti i limiti di esercizio e di tutto questo si discuterà di nuovo in questo consiglio regionale».
«Ho sentito – ha proseguito Toti – cifre surreali sul costo dei sottosegretari come 7 o 10 milioni di euro: se così fosse, dovrebbe esserci la coda. È ovvio che non sarà così: l’aggravio spesa sarà ben lontano dalle cifre che ho sentito e forse addirittura nullo».