Ogni oggetto ha la sua storia, non importa se ad altri sembra una cianfrusaglia senza valore, ci sarà sempre qualcuno che sarà interessato. È questo il motto di Patrizia Bonino, titolare del negozio che porta il cognome della sua famiglia. Non appena si varca l’ingresso di via San Lorenzo 40 rosso a Genova si compie un vero e proprio tuffo nel passato, in una confusione organizzata che vede i 22 metri quadrati (più i 18 del piano inferiore) pieni zeppi di oggetti: braccialetti, collane, tazzine, quadri, lampadari, cappelli e molti vestiti. «Il magazzino di 90 mq è ancora peggio – scherza – ma ogni sei mesi faccio un repulisti».
Bonino è una bottega aperta a Genova dal 1947 e ha saputo cambiare il proprio “core business”, passando dall’antiquariato all’abbigliamento. «Mio nonno ha lasciato Sarzana, dove aveva un’attività nell’alimentare, vendendo a prezzi scontati a chi comprava grandi quantità, per la passione dell’antiquariato. Dal nostro negozio hanno comprato tutti i “nobili” della città. C’era la fila ancor prima che aprisse, arrivava col taxi e i nuovi oggetti, alcuni erano pezzi da museo. Dopo di lui c’è stato mio papà Carlo e ora eccomi qui, da 25 anni».
Tutto quello che è in negozio non è tenuto in conto vendita, come capita nei mercatini dell’usato aperti negli ultimi anni: «Ogni oggetto è scelto e pagato».
Il business dell’antiquariato però è praticamente fermo e sarebbe stato difficile continuare a tenere aperto, magari solo per far piacere a quei pochi clienti appassionati che però non consentono la sopravvivenza: «La differenza tra un commerciante e un commesso è questa, sapersi evolvere, mio padre era arrivato a un punto che in negozio se entrava qualcuno mentre lui leggeva il giornale gli dava fastidio, non ne aveva più voglia, così ho cercato di dare il mio apporto».
Patrizia Bonino è tutto il contrario, lo si capisce in soli 10 minuti di intervista: ama chiacchierare ma non pressa il cliente, lasciandolo libero di guardare.
Da un anno gli spazi si sono riempiti di abbigliamento vintage: «Con mia figlia, che ha 30 anni, non abbiamo scoperto niente, ma l’idea sta avendo successo, anche perché ora a Genova c’è anche l’apporto di un turismo di maggiore qualità, più attento». La clientela è molto varia, anche cantanti liriche, teatranti, drag queen, persone che cercano un pezzo unico, magari anche per una festa. I prezzi non sono neanche troppo cari trattandosi di pezzi unici, magari firmati o di materiale pregiato: dai 40 ai 200 euro. «Per fortuna ci sono ancora molte persone che li hanno negli armadi e non hanno avuto il coraggio di buttarli, con mia figlia Sabrina poi giriamo molto, ma non dico dove perché deve restare un segreto». Il camerino è una nicchia ricavata al piano inferiore del negozio, piena di abiti da sposa.
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Sabrina Belleri ha aperto un sito web per vendere all’ingrosso prodotti a marchio Levi’s rielaborati, mentre Bonino gestisce la parte privata. «Quando vedo un abito che mi piace lo faccio vedere a mia figlia e se lei dice “tremendo” allora vuol dire che fa per questo negozio», racconta sorridendo Bonino, che è una fucina di aneddoti: «In negozio c’era un collega che non tiene pezzi che costano meno di 600 euro, a un certo punto sono entrati sei cinesi e hanno speso un sacco di soldi comprando tutte cose da uno o due euro. Il collega così si è messo a far pacchetti coi fogli di giornale, l’ho fatto lavorare. Sono passati diversi anni ma se lo ricorda ancora adesso».