Aprirà i battenti entro maggio il primo Cras della Liguria: il Centro di recupero animali selvatici avrà sede in una ex scuola di Campomorone, un edificio ormai abbandonato da tempo, che il Comune della Val Polcevera, una volta ricevuta la richiesta, si è subito mobilitato per affidare all’associazione. «In un momento molto difficile per il nostro ramo – commenta Massimo Pigoni, responsabile della sede genovese di Enpa e vicepresidente nazionale – in cui la maggior parte dei Cras italiani chiudono e addirittura associazioni come Wwf e Lipu non hanno una sede fisica, noi abbiamo deciso di fare un grande azzardo e uno sforzo di investimento altrettanto grande per provare a sopravvivere e svolgere finalmente le nostre attività in modo un po’ meno complicato».
Fino a ora gestire il recupero degli animali e provvedere al loro mantenimento è particolarmente difficile e faticoso: «In parole povere, diventiamo matti – dice Pigoni – abbiamo sedi e recinti sparsi per Genova, dalla voliera in corso Europa, alla nostra sede di via Casaregis, dove effettuiamo la raccolta. Ora riuniremo il tutto in un’unico luogo». Lavori edili permettendo, il nuovo Cras aprirà tra pochi giorni. Si tratta di un edificio su due piani per un totale di 140 metri quadrati, che comprende anche un ettaro di terreno dove troveranno spazio voliere e recinti per i caprioli. L’interno sarà adibito a nursery, con ambulatorio, degenza breve e sala operatoria.
L’investimento per i soli lavori strutturali è stato notevole: «Ottantamila euro, ma non bastano per completare quella che sarà solo la versione base di ciò che vogliamo creare – sottolinea il responsabile di Enpa Genova – per la quale sono necessari almeno altri 20 mila euro. E poi, a parte, ci sono le spese mediche». La Regione dovrebbe coprire circa metà delle spese di ristrutturazione. Per tutto il resto, Enpa chiama all’appello la generosità dei cittadini: «Viviamo sulle donazioni e sui contributi – ricorda Pigoni – Siamo sempre alla ricerca di risorse, perché la nostra attività ha costi non indifferenti». Alcuni esempi? «L’anno scorso abbiamo speso 40 mila euro solo di soccorso animali. Si parte dalla semplice spesa per la benzina, per arrivare al veterinario, le medicine, lo smaltimento dell’animale, cioè la sua cremazione. Alcuni alimenti specifici per lo svezzamento arrivano a costare anche 50 euro a barattolo. Insomma, mettendo insieme tutto si arriva a cifre di un certo peso».
I 20 volontari genovesi dell’Enpa saranno dunque operativi dalle prossime settimane nel nuovo centro di Campomorone, una sorta di “arca di Noè” che accoglierà principalmente volatili, in particolare rapaci, come il biancone e lo sparviero, ma anche mammiferi: caprioli (che in Liguria di certo non mancano) tassi e scoiattoli: «Proprio negli ultimi giorni abbiamo svezzato tre scoiattoli rossi, applicando un apposito protocollo olandese, e una decina di paperette appena nate». Qualche recupero straordinario? «Questo inverno abbiamo recuperato un rarissimo Uccello delle tempeste dalla Capitaneria di Porto». Si tratta del più piccolo uccello marino europeo, difficilissimo da avvistare e altrettanto difficile da identificare rispetto alle specie “cugine”. Lungo appena 15 cm, l’Uccello delle tempeste vive e si nutre in mare aperto, costruendo il nido su piccoli isolotti rocciosi. Per questo sono i marinai, storicamente, ad avere avuto gli incontri più ravvicinati con la specie, data la sua abitudine a seguire la scia delle navi, solitamente ricca di residui di cibo.