Il convegno sulla mobilità della Val Bisagno a Genova in programma mercoledì 13 aprile a Palazzo Tursi non piace ai lavoratori Amt, che affidano a una nota sindacale congiunta il loro pensiero: “Si comincia la campagna elettorale – si legge – sul tema più disastroso, il trasporto pubblico locale, che in questi anni ha subito tagli del servizio (4 milioni di km), aumento delle tariffe, peggioramento delle condizioni di lavoro (economiche e normative), con mezzi sempre più obsoleti che aggravano i bilanci delle aziende relativi ai costi della manutenzione e ancor di più la funzionalità del servizio a causa dei continui guasti creando ritardi al servizio con ricadute negative agli utenti”.
Dal 2012 Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Trasporti, suggeriscono che si possono acquistare i nuovi bus con i Fondi europei (la Sardegna ha rinnovato il 90% del parco rotabile). È dal 2013 che è stato firmato un accordo dove era previsto l’acquisto di 400 bus nuovi. I sindacati rilevano che a oggi non è arrivato nessun autobus nuovo, ma 19 mezzi di seconda mano.
“Sicuramente la Valbisagno – viene sottolineato nella nota – necessita di un servizio di trasporto collettivo che soddisfi le esigenze di mobilità dei cittadini che non hanno l’alternativa né della metro né della ferrovia; nel 2011 (a un anno dalle passate elezioni amministrative) si era tenuto un dibattito pubblico dove i cittadini avevano deciso per la tranvia; la passata giunta comunale a causa dei continui ripensamenti è riuscita a perdere i finanziamenti europei e nulla si è fatto”.
Per i sindacati di categoria sarebbe più utile affrontare il tema della mobilità genovese (anche ligure) con maggior serietà: “Invece di costruire o progettare gli ascensori, sarebbe stato meglio pensare al prolungamento dell’asse della metropolitana. Invece di pensare a come privatizzare Amt o a esternalizzare il servizio di linea e di manutenzioni, sarebbe stato meglio dedicare energie e risorse per migliorare il Tpl sia come quantità di servizio sia come qualità (mezzi e impianti nuovi)”.
I sindacati ricordano che è stata venduta una rimessa e un’officina specializzata in alta manutenzione, che non è stato più assunto il personale operaio necessario, anzi che è stato in parte esternalizzato e che le conseguenze stanno ricadendo sulla sicurezza del servizio offerto ai cittadini.