Banca Carige ha confermato ufficialmente ieri di avere ricevuto un’offerta «non vincolante e confidenziale», da parte del fondo americano Apollo Management, per l’acquisto del portafoglio di crediti in sofferenza del gruppo. Sarebbe la liberazione di un fardello cdi cui l’istituto ligure sta cercando da tempo di liberarsi, ma in una nota diffusa su richiesta della Consob Carige ha precisato che la proposta prevede, a compensazione degli effetti della cessione dei non performing loans , un aumento di capitale da 550 milioni di euro, interamente garantito da Apollo, di cui 500 milioni riservati a fondi riferibili ad Apollo e i restanti 50 milioni offerti in opzione agli attuali azionisti. In questo caso Apollo diventerebbe il primo azionista della banca. L’aumento di capitale riservato assicurerebbe al fondo americano una quota superiore al 50% in Carige, con il conseguente lancio di un’opa obbligatoria, e comporterebbe una forte diluizione degli attuali azionisti.
Addio, con questa operazione, ai discorsi fatti in questi mesi sulla banca del territorio come punto di riferimento dell’economia ligure, garantito dalla forte presenza di un socio industriale.
L’offerta, che sarebbe ben vista dalla Bce, da tempo favorevole a un’integrazione della banca ligure con altri soggetti, e ieri ha provocato un sensibile aumento dei titolo Carige in Borsa, verrà valutata dal nuovo cda.
Apollo Global Management dispone di mezzi immensi. Il suo fondatore e ceo Leon Black, l’anno scorso si è gudagnato personalmente 130 milioni di dollari tra stipendio e dividendi. E ha puntato il mirino sull’Italia. Al momento Apollo nel nostro paese è già dato in corsa per gli asset delle quattro banche nate dai quattro istituti finiti in dissesto, con attenzione particolare alle compagnie assicurative di Banca Etruria, cioè Bap Vita e Bap Assicurazioni. Sempre per quanto riguarda Banca Etruria, prima che si arrivasse al salvataggio per decreto, Apollo aveva corso per acquistare la maggioranza della controllata Banca Lecchese in una gara che poi era stata vinta dal fondo Oaktree. Ma moltissime altre sono le mosse attribuite nel nostro paese al fondo bancario americano.
Che cosa potrà rispondere l’azionista di riferimento di Banca Carige, Vittorio Malacalza, di fronte alla proposta avanzata da questo colosso e caldeggiata, a quanto si dice, dalla Bce? Malcalza perderebbe in controllo dell’istituto e anche una bella somma, secondo alcuni analisti, rischierebbe una perdita potenziale compresa tra 160 e 170 milioni, derivata principalmente dai 150 milioni persi potenzialmente dal titolo in termini di capitalizzaizone .
Perché, secondo la maggior parte degli analisti, il disegno di Apollo è chiaro: comprare a basso prezzo i non performing loans e trovarsi in portafoglio una banca senza problemi di crediti deteriorati, in modo che sia relativamente venderla venderla, forse a Ubi o alla Bper.
Il nuovo cda di Banca Carige, però, potrebbe rifiutare l’offerta e Malcalza cercare subito un’aggregazione con un’altra banca e promuovere egli stesso un aumento di capitale. Dovrebbe farlo, però, a differenza che nel caso di un accordo con Apollo, con la banca ancora gravata dai non performing loans. A meno che non riesca a liberarsene per tempo, magari a prezzi di saldo.