È saltato all’ultimo momento, per “improvvisi impegni istituzionali”, l’incontro previsto per questa sera a Savona tra i militanti del Pd locale e Roberta Pinotti, ministro della Difesa del governo Renzi. La causa è probabilmente da imputare agli attacchi terroristici degli ultimi giorni in Belgio, che hanno innalzato il livello di sicurezza anche sul territorio italiano.
Ma, nonostante il disguido, l’incontro previsto al circolo Milleluci di Legino impone comunque una riflessione. La discesa in campo di un ministro a fianco di Cristina Battaglia rivela cosa ne pensino le alte sfere del partito a riguardo della sfida delle primarie di Savona del prossimo 3 aprile, in vista delle elezioni comunali. Da una parte un “volto nuovo”, strategia cara a Matteo Renzi, dall’altra Livio Di Tullio, vicesindaco uscente.
E l’attenzione del governo per le elezioni a Savona dimostra anche la preoccupazione che in città si possano ripetere i fatti che hanno condotto al tracollo nelle ultime elezioni regionali. Dopo aver perso il governo della Liguria, il Partito Democratico non può farsi sfuggire un capoluogo di provincia, sul quale negli ultimi dieci anni ha visto sventolare la propria bandiera.
Nel frattempo Salvatore Diaspro, cancelliere del tribunale e candidato alle comunali del Movimento 5 Stelle (finora l’unico nome certo per la corsa a palazzo Sisto), incalza: «Se vinciamo noi – dice Diaspro – cambieremo tutti i vertici delle aziende partecipate dal Comune, in particolare di Ata. Sono tutti legati al Pd, mentre il nostro criterio sarà solo la competenza».