Il mercato del lavoro in Liguria sembra mostrare una leggera ripresa. Secondo gli ultimi dati Istat diffusi da Unioncamere Liguria, nel 2015 gli occupati liguri risultano 612 mila, 12 mila in più rispetto all’anno precedente, con un tasso di occupazione che si attesta al 62,4% (1,7 punti percentuali in più).
A livello provinciale Imperia ha registrato 83 mila occupati, mille in più rispetto al 2014, Savona 107 mila, mille in meno, Genova 335 mila, 9 mila in più, e infine La Spezia con 87 mila occupati, 3 mila in più rispetto al 2014. Notizie confortanti anche sul fronte della disoccupazione: i disoccupati liguri diminuiscono del 15%, passando da 73 a 62 mila unità e il 2015 si chiude con un tasso di disoccupazione pari al 9,2%, una delle più forti riduzioni a livello nazionale pari a -1,6 punti percentuali.

Imperia è ancora la provincia che registra il tasso di disoccupazione più alto, 11%, pur se ridotto di quasi tre punti percentuali rispetto al 2014; seguono La Spezia con un tasso pari al 10,6% (-1,8 punti percentuali), Savona con 9,4% (1 decimo di punto percentuale in meno) e infine Genova, che registra il tasso di disoccupazione più basso, 8,3%, in calo di quasi due punti percentuali rispetto al 2014. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) in Liguria diminuisce di 10 punti percentuali scendendo dal 45% al 34,5%, posizionandosi ben al di sotto della media nazionale (40,3%). Tra le province liguri è sempre Imperia a registrare il tasso più alto, 53,9% (+10,1 punti percentuali rispetto al 2014), seguita da Genova con il 36,2% (12,4 punti in meno), La Spezia con il 29,4% (10,1 punti percentuali in meno) e infine Savona dove si registra il tasso di disoccupazione giovanile più basso (22% contro 40,6% del 2014).

In calo la popolazione inattiva ligure tra i 15 e i 64 anni (-8 mila unità, pari a -2,6%), come pure a livello nazionale (-84 mila unità, pari a -0,6%). All’interno di questa categoria, i giovani liguri tra i 15 e i 24 anni hanno ripreso a crescere passando da 96 a 100 mila unità: aumento riconducibile quasi interamente alla componente maschile (+4 mila unità) rispetto a quella femminile (+mille unità). Un accenno, per concludere, ai Neet ovvero quei giovani non occupati e nemmeno impegnati nello studio tra i 15 e i 29 anni: rappresentano in Liguria il 20,5% e tra il 2014 e il 2015 l’incidenza è diminuita dell’1,1%, mentre in Italia dello 0,5 %. L’incidenza più alta, calcolata sulla popolazione, si riscontra nella fascia di età compresa tra i 18 e i 29 anni (in Liguria il valore è pari al 24,5%, in Italia al 30,3%).