Protesti in forte calo a Genova e provincia: secondo i dati diffusi oggi da Unioncamere e Infocamere, il totale delle cambiali, delle tratte e degli assegni rispediti al mittente nel 2015 è sceso del 18% rispetto al 2014, mentre il valore complessivo è sceso del 63% e quello medio del 55%.
Tra gennaio e dicembre dello scorso anno le tratte e le cambiali elevate in provincia di Genova sono state in tutto 4.585, per un valore di 3.233.273 euro (9.768.522 nel 2014), e gli assegni protestati 541, per un valore di 1.349.826 euro (2.768.477 nel 2014). Questa frenata dei “pagherò” scoperti sembra riflettere la prudenza dei genovesi nell’accettare impegni di pagamento, in un quadro di debolezza degli scambi che risente ancora degli effetti della lunga crisi. D’altro canto, il ricorso agli assegni per i pagamenti segna il passo un po’ dovunque di fronte alla diffusione di nuovi strumenti più snelli, come i bonifici on line.
La frenata dei protesti in provincia di Genova è ancora più forte di quella rilevata nel resto del Paese: in Italia, il valore complessivo e quello medio dei protesti sono scesi del 25%. Unioncamere e Infocamere hanno analizzato anche la quota di protesti levati alle società e quella delle persone fisiche o imprenditori individuali: in Liguria solo il 25% dei protesti riguarda le società, ma il loro importo medio è molto più alto: 1.855 euro per le società contro 625 euro per le persone. La maggior concentrazione di protesti a carico delle società si registra nel meridione, con la Calabria al primo posto (18,1 protesti ogni 100 società) mentre la Liguria è fra le regioni più virtuose, con 3,4 protesti ogni 100 società.