Da 32 binari, inutilizzati, a 8 operativi, un polmone per il porto di Genova, visto che potranno accogliere anche i treni merci più lunghi. È il parco ferroviario del Campasso, i cui lavori stanno per entrare nel vivo. Rete Ferroviaria Italiana e Comune di Genova hanno presentato il progetto e spiegato che al termine ci saranno alberi e dune a mitigare i rumori dei treni e una strada a doppio senso che consentirà agli abitanti del Campasso di arrivare a Brin passando da via della Pietra, allargata grazie a un accordo tra Rfi e Comune, nell’ottica di dirottare il trasporto pubblico dei cittadini della zona sulla metropolitana anziché su gomma.

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Gli abitanti della zona sono preoccupati per le polveri del cantiere, ma il Comune di Genova rassicura: «Rfi ha cominciato a coprire il materiale già presente sul luogo – dice l’assessore comunale con delega ai grandi progetti ferroviari Stefano Bernini – inoltre non c’è nessun pericolo amianto, perché chimicamente non è presente nelle zone da cui provengono gli scavi».
Il materiale proviene dalla galleria Polcevera del Terzo Valico (rocce basaltiche e argilliti) e dalla galleria Colombo (calcare), anche per l’ampliamento della strada si userà parte del sedime ferroviario. In tutto 50 mila metri cubi già presenti e altri 10 mila in arrivo.
«Ci sarà un presidio costante sull’attività di bagnatura di questa polvere con irroratori automatici», assicura Calogero di Venuta, responsabile della direzione investimenti di Rfi per il Nord Ovest. I cittadini del Campasso lamentavano proprio la carenza di questo aspetto determinante per evitare di respirare materiale trasportato dal vento, una misura che, a giudicare dalla quantità di terra presente nel parco ferroviario da mesi, è stata presa molto in ritardo. La terra servirà per alzare la base su cui verranno costruiti i binari, ma anche per le dune degli spazi verdi.
Rfi ha promesso che verrà comunque attivato un tavolo aperto con il Municipio e i cittadini per monitorare e partecipare in modo attivo all’evoluzione del cantiere, cantiere che dovrebbe concludere le lavorazioni “massive” entro la metà dell’anno prossimo.
Altra preoccupazione è la questione della triturazione del basalto, la roccia che serve per alloggiare i binari. Una legge regionale non autorizza l’operazione nelle cave, per questo il macchinario dovrà essere portato nel cantiere stesso: «Il trituratore non farà uscire polvere e sarà isolato acusticamente», puntualizza Bernini. Anche il presidente del Municipio Franco Marenco ritiene positiva l’evoluzione dei lavori sul fronte vivibilità al termine del cantiere, «anche se occorre monitorare costantemente la zona nella sua interezza».
Verrà inoltre aperta una rampa lato via Fillak che servirà per il passaggio dei mezzi pesanti, liberando le vie interne e l’area di Brin. Impianti semaforici regoleranno in modo più efficace, secondo il Comune, il traffico in via Porro.
I lavori si svolgeranno solo nelle ore diurne e termineranno a fine 2017, nel 2018 verranno costruiti gli edifici che serviranno per le dotazioni tecnologiche del parco.
Sampierdarena non chiude
A margine della presentazione è arrivata una buona notizia per tutti i pendolari che transitano da Sampierdarena sulle direttrici per Acqui Terme e Arquata Scrivia: nessuna chiusura completa di 490 giorni come inizialmente previsto. Rfi ha garantito la percorribilità almeno in alcune ore della giornata anche per il trasporto merci nei retroporti.
«Il nodo di Sampierdarena è fondamentale per la separazione del trasporto regionale da quello a lunga percorrenza, rendendo possibile il transito di treni sulla direttrice Voltri-Brignole ogni 7 minuti circa – spiega Bernini – occorre però che l’Autorità Portuale faccia il suo dovere di spostare i piloni dello svincolo portuale, altrimenti la stazione di Voltri non potrà essere il “capolinea” di questa metropolitana di superficie». Che poi servano altri convogli per garantire questo servizio è un altro discorso: «Bisognerà studiare un contratto di servizio che sia una vera integrazione della gomma per le aree collinari e treno per quelle costiere», aggiunge Bernini.