Una collisione tra imbarcazioni di fronte al Principato di Monaco e un disastro ambientale per sversamento in mare di idrocarburi, prontamente sventato grazie all’intervento delle forze navali francesi, italiane e monegasche. Succederà tra poco più di un mese e sarà, per fortuna, solo un’esercitazione, in programma martedì 26 e mercoledì 27 aprile. A darne notizia è il Principato di Monaco: la collisione fittizia sarà simulata e farà parte dei test operativi previsti dal protocollo di cooperazione internazionale “Ramogepol”, piano di intervento per la lotta contro gli inquinamenti marini accidentali nel Mediterraneo. Esercizi organizzati con regolarità per provare l’efficacia dell’interoperabilità dei mezzi nautici dei tre paesi limitrofi. La zona di applicazione del piano si estende dalla foce del Rodano, ad ovest, al faro di Capo d’Anzio ad est, comprendendo Sardegna e Corsica. Un piano analogo è operativo tra Francia e Spagna.
La cooperazione è inquadrata nell’accordo “Ramoge”, che prevede azioni in favore della protezione e preservazione dell’ambiente marino tra Liguria, Monaco e regione Paca francese, e che proprio quest’anno festeggia il quarantesimo anniversario dalla prima firma (1976).
Previste, a questo proposito, diverse iniziative nel corso dell’anno: oltre all’esercizio di risposta a un evento catastrofico, il prossimo 20 settembre al Museo oceanografico di Monaco si terrà una conferenza di presentazione dei risultati della campagna di esplorazione scientifica condotta nell’estate 2015 in zone profonde, finora inesplorate, dei tre paesi dell’accordo.
Per parte italiana sono stati presi in esame i fondali di fronte ad Arma di Taggia, Sanremo, Bordighera. Alla missione ha partecipato la nave di ricerca Astrea dell’Ispra, equipaggiata con un robot filoguidato alla scoperta dei più profondi canyon sottomarini. La pubblicazione dei risultati (un primo vero identikit dei fondali) è propedeutica alla definizione di una zona pilota di prevenzione e lotta contro l’inquinamento marino, “hotspot della biodiversità” nel Mediterraneo. Canyon sottomarini, vale la pena di ricordarlo, finiti al centro delle cronache degli ultimi mesi per la delicata questione della pesca a strascico del gambero e dello spostamento dei confini marittimi tra Italia e Francia.