Garantire l’occupazione di Selex Es in cui, a Genova, lavorano 2000 persone, seguire attentamente la vertenza “Monetica” che coinvolge 30 dipendenti e promuovere, come stabilito dall’odg approvato all’unanimità dal consiglio regionale del 17 dicembre scorso, un tavolo urgente con l’ad di Finmeccanica aperto a sindacati ed enti locali per fare il punto sulla riorganizzazione del gruppo. Sono queste le richieste contenute all’interno dell’ordine del giorno proposto oggi dal gruppo regionale del Partito Democratico (primi firmatari il consigliere Giovanni Lunardon e la capogruppo Raffaella Paita) e poi condiviso da tutti i capigruppo delle altre forze politiche, dopo l’incontro odierno con i lavoratori e la rsu di Selex.
Il documento nasce dal dibattito che si è aperto dopo la decisione presa dal cda di Finmeccanica il 30 luglio scorso sull’avvio del processo di divisionalizzazione del gruppo che dovrà compiersi nel corso di quest’anno. Come si legge nell’odg, “i duemila lavoratori della ex Selex sono fortemente preoccupati per il futuro dell’azienda e in particolare per il suo indebolimento attraverso cessioni parziali di settori di attività della azienda stessa. Tali preoccupazioni hanno convinto le organizzazioni sindacali a proclamare uno sciopero per la giornata di martedì”.
Nell’odg si parla anche del ramo d’azienda relativo al comparto Monetica che Finmeccanica vorrebbe cedere a una società di Firenze: una questione, si legge nel documento, “che desta legittima preoccupazione tra i 30 lavoratori impiegati, in prima battuta per il rischio occupazionale relativo alle cessione a un’azienda di piccole dimensioni, senza peraltro attivare la mobilità volontaria; e in secondo luogo perché ciò rappresenterebbe un pericoloso precedente per il futuro del sito genovese”. Il documento firmato da tutti i capigruppo chiede di riassorbire i 30 lavoratori di Monetica nel perimetro genovese di Finmeccanica e che la Regione si attivi, di concerto col governo, per scongiurare ogni ipotesi di cessione che coinvolga la ex Selex Es, valorizzando la centralità, le competenze e le specializzazioni che il sito genovese può offrire all’economia nazionale e regionale.