Sono nove i cetacei spiaggiati sulle coste liguri lo scorso anno, poco più del 5% del totale in Italia (156). Sono i dati diffusi nella due giorni di workshop genovese “Esperienze, diagnosi e aggiornamenti sui cetacei spiaggiati in Italia”, organizzato dal Credima (il centro di referenza nazionale per le indagini diagnostiche sui mammiferi marini spiaggiati) dell’istituto zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta.
Il fenomeno è per molti aspetti ancora sconosciuto e per questo è importante indagarne le cause. Il workshop fa il punto sulla salute e sui principali fattori di rischio dei mammiferi marini nei nostri mari, nonché sulle cause di spiaggiamento indotte dall’uomo. In Liguria tutti e nove gli esemplari spiaggiati erano stenelle, mentre a in Italia dei 156 cetacei 65 erano tursiopi e 53 erano stenelle striate. Sono stati inoltre ritrovati quattro capodogli, tre grampi, un globicefalo, una balenottera comune, un delfino comune e uno zifio. Non è stato invece possibile identificare alcuni altri esemplari a causa dell’avanzato stato di decomposizione.
«I cetacei – dice Maria Caramelli, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico – rappresentano per la Liguria un importante tesoro da salvaguardare, in quanto specie tutelate da numerosi accordi nazionali ed internazionali. In Liguria, lo scorso anno si sono spiaggiate nove stenelle striate nel tratto costiero delle province di Imperia e Savona. Dalle analisi di laboratorio effettuate dal Credima, la principale causa di spiaggiamento è risultata una patologia di origine infettiva dovuta a virus, batteri, parassiti».
«Lo studio delle cause di mortalità di questi animali fornisce – sottolinea Cristina Casalone, responsabile del Credima – non solo informazioni importanti sullo stato di salute di questi animali, ma anche del mare in cui vivono. Le 76 necroscopie, eseguite lo scorso anno dagli Istituti Zooprofilattici sui cetacei spiaggiati lungo le coste italiane, hanno evidenziato come in circa la metà dei casi la causa di morte fosse una patologia di origine infettiva. Alcuni di questi agenti non erano mai stati precedentemente segnalati in Italia in queste specie, quali ad esempio un’infezione virale sostenuta da Poxvirus in una stenella spiaggiata in Toscana e una co-infezione da Listeria, Toxoplasma e Brucella in Liguria, il che conferma il ruolo di sentinelle dei mari che queste specie rivestono. Nel 30% degli animali circa sono state osservate lesioni traumatiche o segni riferibili a interazioni con attrezzi da pesca».
Per saperne di più: Report spiaggiamenti 2015
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