Non è stato un grande successo finora in Liguria (ma anche a livello nazionale) lo strumento di agevolazione per le imprese chiamato “Beni strumentali – Nuova Sabatini”, istituito dal decreto-legge del Fare nel 2013 con l’obiettivo di accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese e migliorare l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese (pmi) per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature.
Una procedura che non ha attecchito, tanto che entro fine mese dovrebbe arrivare una nuova circolare che dovrebbe ulteriormente semplificare il tutto. È ancora disponibile il 42% del plafond/contributo fino al 31 dicembre 2016.

In pratica la misura era stata pensata per contrastare il calo degli investimenti appunto in macchinari, impianti e attrezzature, che dal 2012 in Italia hanno registrato una diminuzione del 12%, inoltre l’obiettivo era ridurre la dipendenza delle imprese italiane dal capitale di debito di natura bancaria e di rilanciare l’accesso al credito.
Il plafond di Cassa depositi e prestiti è quindi stato aumentato fino a 5 miliardi, erogabili a banche e intermediari finanziari per rispondere alle richieste delle pmi.
Le aziende ammesse sono quelle con sede operativa in Italia, ma anche quelle estere con sede in uno Stato membro e regolarmente iscritte al registro delle imprese (anche di pesca) che non abbiano difficoltà, sono escluse quelle carboniere, finanziarie e assicurative e che imitano o sostituiscono latte o prodotti lattiero-caseari.
I beni oggetto del finanziamento devono essere “nuovi di fabbrica”. La prima erogazione viene effettuata dopo la conclusione dell’investimento e il contributo si sviluppa secondo quote annuali.
Per accedervi occorre avere una delibera di finanziamento bancario o in leasing con durata non superiore a 5 anni e di importo compreso tra 20 mila e 2 milioni di euro. La concessione dei finanziamenti può essere sempre assistita fino all’80% dal fondo di garanzia per le Pmi.
L’iter di concessione avviene in 5 step: occorre accedere al sito del ministero nella sezione Beni strumentali (nuova Sabatini) e compilare i moduli, inviarli alla banca o all’intermediario finanziario che verificano i requisiti formali della domanda e comunicano al Mise la richiesta di prenotazione del contributo. A sua volta il ministero comunica a Cdp la prenotazione e di conseguenza Cdp dà il via alla banca per deliberare i finanziamenti. Tutto si conclude con un decreto di concessione del Mise dopo circa tre mesi dalla domanda dell’impresa.

Nel primo anno di vita di questa misura solo il 33% dei fondi è stato prenotato, la Liguria, si collocava in dodicesima posizione al 31 marzo 2015. L’ultimo aggiornamento mensile a fine gennaio 2016 vede la Liguria in tredicesima.
Tra le imprese che hanno fatto domanda prevale il settore manifatturiero, seguito da “altri servizi” e commercio.
«Abbiamo avuto qualche richiesta di informazioni – ammette Lorenzo Risso, del servizio Economico finanziario di Confindustria Genova – ma anche le banche ci hanno confermato che sono state poche le domande. In tanti hanno preferito attendere i bandi regionali basati sui fondi comunitari che prevedevano un contributo a fondo perduto anziché un abbattimento del tasso d’interesse. Trattandosi poi di finanziamenti per una determinata categoria di investimenti il cerchio di aziende che potevano utilizzarli si è ridotto ulteriormente. Un altro motivo potrebbe essere che per i macchinari ci fossero già dei tassi agevolati a livello bancario».
«Non mi stupisce affatto lo scarso successo ottenuto in Liguria di questo sistema di finanziamento – dice l’assessore regionale allo Sviluppo economico Edoardo Rixi – il nostro tessuto economico è fatto per l’80% da piccolissime imprese che trovano grandissime difficoltà a rapportarsi con procedure farraginose e burocratiche che implicano enormi perdite di tempo, quando il tempo per un artigiano vuol dire giornate di lavoro perse, o addirittura la necessità di fare ricorso a un professionista del settore. Come Regione Liguria stiamo lavorando proprio per sveltire e semplificare le procedure di accesso ai nuovi bandi europei, calibrandone anche l’apertura in base alle reali esigenze delle aziende del territorio». Rixi ricorda che la passata programmazione dei fondi Por Fesr è stata chiusa liberando il 100% delle risorse a disposizione: «Il 10% del totale del budget a disposizione della Liguria. Abbiamo attivato misure finanziarie per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese attraverso il Tranched cover con i fondi residui e, con il sistema dello scorrimento delle graduatorie già esistenti, abbiamo sbloccato 15,7 milioni di euro per innovazione di prodotto e di produzione. A breve partiranno i nuovi bandi sull’innovazione per 10 milioni di euro e a seguiti quelli su ricerca e sviluppo attraverso l’utilizzo di procedure di accompagnamento alle imprese semplificate e un sistema di feedback quasi in tempo reale alle richieste di informazioni da parte delle aziende».
Rixi rimarca che la Liguria ha bisogno di “entrare nella stanza dei bottoni” europea: «Laddove si decidono le linee di programmazione nei finanziamenti, per cercare di calibrarli anche sulle richieste del nostro territorio, cosa mai avvenuta fino a oggi visto che da anni “subiamo” la programmazione Ue senza esserne davvero parte attiva».