Per entrare negli uffici della Spezia Container Terminal del gruppo Contship Italia non occorre varcare i confini portuali. La direzione ha l’ingresso in viale San Bartolomeo. Gli uffici, dal lato mare, sono affacciati sul terminal, e dalle ampie vetrate si vedono i container movimentati e accatastati, ma dal lato terra la palazzina è accessibile a tutti. Non solo ai clienti, ai fornitori, a chi viene per lavoro. Anche il comune cittadino è il benvenuto. Perché la direzione nei suoi corridoi ospita mostre d’arte e invita la cittadinanza a visitarle. Alle inaugurazioni ma anche tutti i giorni. Basta presentarsi alla reception e chiedere di essere accompagnati.
La mostra più recente è stata “Travelling towards Italy”, ispirata all’immagine della donna in viaggio. L’autrice, Astrid Stöfhas, vive e opera ad Amburgo.
«La personale di Astrid – spiega l’amministratore delegato della Spezia Container Terminal, Michele Giromini – è la tappa di un cammino che l’azienda ha intrapreso ormai da anni, introducendo l’arte in spazi tipicamente lavorativi. L’arte nella nostra azienda è apertura a una visione più integrale della persona, e la femminilità di cui parlano queste opere è anche questo: una dimensione intima, creativa, solidale. L’arte è inoltre apertura alla comunità cittadina, un invito a visitare, con questa occasione, la nostra realtà».
Il bisogno di aprirsi alla comunità cittadina è particolarmente sentito a Lsct in conseguenza della sua nascita e della sua storia.
Contship è nata alla Spezia da un’idea visionaria di Angelo Ravano, armatore, banchiere, terminalista portuale genovese (originario di Lavagna), che nel 1969 decise di puntare sui container e convertì le navi di famiglia in portacontainer (il nome della società è la combinazione delle parole “container” e “shipping”). Per realizzare il suo sogno Ravano aveva bisogno di spazi nuovi e puntò sulla Spezia. Il progetto è riuscito, e oggi, oltre che alla Spezia, Contship Italia opera a Milano Melzo, Ravenna, Salerno, Gioia Tauro, Cagliari, Tangeri, fornisce servizi terminalistici, intermodali e logistici, e fa parte di un colosso multinazionale, il gruppo Eurokai. I suoi terminal container marittimi nel 2015 hanno movimentato 6,3 milioni di teu, e quello spezzino probabilmente detiene il record di produttività mondiale.
Le circostanze della nascita di Contship hanno determinato i problemi da affrontare negli anni seguenti e le linee di sviluppo della società. Costruire ex novo un porto alla Spezia offfriva il vantaggio di non dover fare i conti con vecchie strutture, materiali e soprattutto culturali, che caratterizzavano scali come quello di Genova. Ma presentava due svantaggi fondamentali: pochi spazi ed estraneità rispetto alla comunità cittadina.
Genova è nata con il porto e per il porto, e la cittadinanza ne è sempre stata consapevole, La Spezia no. Negli anni scorsi si sono avute diverse iniziative per fare percepire l’importanza dello scalo nella vita cittadina, Contship via ha preso parte ed è poi andata avanti. L’apertura della direzione alla città è forse l’elemento più visibile di un’attività ormai in corso da anni. Un’attività che sembra avere raggiunto l’obiettivo.
La carenza di spazi, inoltre, ha esasperato la ricerca di efficienza. Al terminal spezzino lo spazio non si può sprecare, Contship si è quindi data un’organizzazione ingegneristica al cm quadrato, il cui diktat assoluto è l’efficienza ponderata con le esigenze di mercato e l’utilizzo intensivo della ferrovia. «Il porto – spiega Giromini – è come un grosso catino con un rubinetto di ingresso e uno scarico di uscita, maggiore è la velocità con cui si svuota e maggiore sarà la quantità di acqua che si riesce a gestire. La ferrovia è una modalità con cui si pianifica in un sol colpo l’equivalente di 50-60 camion. Per noi è stato d’obbligo puntare su questo sistema di smistamento, in cui siamo allineati ai più alti valori europei e nel Nord Tirreno siamo da sempre leader».
Per ottenere questa efficienza occorreva la partecipazione attiva di tutti i dipendenti e l’azienda li ha coinvolti portando il welfare a livelli non comuni.
«Il nostro focus principale – spiega l’a.d. – è sempre stato l’efficienza, ma la gestione della produttività è legata al fattore umano, quindi non può prescindere dalla persona. I circa 1.200 addetti del ciclo operativo del terminal sono coinvolti nella formazione del processo di produzione di servizi. Tutto è setacciato dalle maglie della fidelizzazione di clienti e dipendenti. Abbiamo quindi messo il welfare in testa alle priorità di lavoro, sia interno – predisponendo servizi per il personale che scoraggino il turn over, corsi antistress, zone di riposo, accordi con asili nido – sia esterno, con il progetto Contship Italia Porto Lab, finalizzato alla comunicazione del valore della cultura portuale e logistica nelle scuole».
Welfare aziendale e comunicazione interna sono quindi considerati strategici dall’azienda. Il Centro servizi per il personale dal 2010 gestisce e coordina l’attività di relazioni interne per Lsct, e dal 2013 per tutte le aziende del Gruppo Contship Italia.
Un ufficio è dedicato allo sviluppo della comunicazione interna che rende partecipi tutti i dipendenti di cosa succede in azienda e nel gruppo e allo sviluppo dell’ambiente di lavoro (ottimizza le risorse per creare spazi di lavoro consoni all’immagine dell’azienda). Lo scopo è di condividere fra le società del gruppo un sistema di welfare che contribuisca a innalzare la capacità competitiva e innovativa delle attività produttive.
Nel “sistema di welfare” è compreso l’insieme di iniziative e servizi messi in atto per venire incontro alle esigenze lavorative e extralavorative dei dipendenti, che fanno riferimento ai temi più vari: si tratta di un’opportunità di benessere e sviluppo e di una soluzione almeno parziale alla perdita di potere di acquisto dei redditi, e di un reale sostegno alle spese familiari.