Brando Benifei, spezzino, 30 anni, è l’eurodeputato italiano più giovane del gruppo dei socialisti e dei democratici. La rivista di economia e finanza Forbes lo ha inserito nella lista dei “30 Under 30 Europe” di maggior rilievo per il 2016, nella categoria dedicata alla politica. Insieme a lui, altri due parlamentari italiani: Anna Ascani e il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Queste le motivazioni pubblicate dal giornale: «sostenitore degli Stati Uniti d’Europa, Benifei presiede il network parlamentare dei Giovani Socialisti Europei, con membri da oltre trenta paesi. Relatore di iniziative e atti legislativi sull’occupazione, come il programma Garanzia Giovani, lavora anche sul collegamento tra le questioni del lavoro e le politiche per la disabilità, i diritti umani e le trasformazioni della società digitale».
Un altro record di Benifei, non ufficiale ma probabile, è quello della mobilità: l’eurodeputato spezzino vive una settimana al mese a Strasburgo, nelle altre settimane passa quattro giorni a Bruxelles e gli altri tre non a casa sua ma in giro per tutto il collegio elettorale, il Nord Ovest: Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia.
Benifei è stato incaricato di presentare al parlamento europeo un rapporto sull’integrazione lavorativa dei rifugiati. Non c’è tempo da perdere, la prima bozza dovrà essere pronta a fine febbraio per essere discussa in commissione e presentata a metà marzo. Quando sarà approvata, la relazione di Benifei diventerà una proposta sulla riforma dell’attuale regime di integrazione lavorativa indirizzata alla Commissione europea e agli Stati membri. Spesso le proposte parlamentari hanno un grande risalto mediatico, e quella sui migranti, visto il tema, dovrebbe averne.
Intanto, l’attualità incalza, di fronte alle ondate migratorie gli Stati cercano soluzioni proprie, sulle frontiere come sull’integrazione. Una legge approvata giorni fa dal parlamento danese prevede, tra l’altro, la possibilità di confiscare ai richiedenti asilo beni e gioielli anche per coprire le spese dell’accoglienza. Benifei è contrario.
«C’è una ragione umanitaria – spiega – per respingere questo provvedimento ma anche una ragione economica. È comprensibile che si cerchino dei modi per sostenere finanziariamente i costi dell’accoglienza ed è importante che venga riconosciuto lo scorporo delle spese per la gestione di questo fenomeno straordinario dai calcoli dei patti di stabilità ma questa legge sceglie una modalità del tutto inaccettabile, va a togliere dei beni a dei profughi che così, probabilmente, si troveranno senza quei mezzi di sostentamento minimo con cui avrebbero anche potuto costruire una nuova attività lavorativa. È una misura che oltre a essere disumana, perché magari va a toccare beni di tipo sentimentale, ricordi di famiglia, da un punto di vista economico è depressiva e dannosa. Finisce per creare un costo allo Stato superiore a quello che è il guadagno».
Tanto più che, secondo l’eurodeputato spezzino, gli effetti di questa legge si aggiungeranno a quella norma europea per cui ai richiedenti asilo gli Stati membri possono imporre un periodo fino a nove mesi prima di poter lavorare.
«Si tratta di una norma approvata diversi anni fa nel timore che gli immigrati togliessero lavoro ai residenti. Ma i dati statistici dimostrano che questo divieto danneggia anche i lavoratori residenti: gli immigrati, non potendo lavorare legalmente, lavorano in nero e fanno una concorrenza sleale. Ocse e Fmi si sono già espressi in direzione di una riforma. Io proporrò una responsabilità condivisa e solidale per riformare la norma sul divieto di lavoro. Il principio fondamentale deve essere che non dobbiamo arrenderci al fatto che gli immigrati siano un peso, chi arriva in Europa deve essere integrato, creare nuove risorse, produrre un reddito e un gettito fiscale, come succede negli Usa».
Benifei sottolinea la necessità di risposte condivise da parte degli Stati europei. «I Paesi di immediato recepimento non possono sopportare da soli tutto il peso di questa emergenza, è giusto riformareil regolamento di Dublino come aveva chiesto a suo tempo il governo italiano. Se non si fa un’azione comune, se si accetta il principio che ognuno pensa per sé, saremo travolti. Ai confini dell’Unione premono milioni di profughi. L’accordo con la Turchia è stata una vittoria dell’Europa, bisogna andare avanti così, decidere insieme per dare una direzione di marcia all’Unione Europea. Renzi sta lavorando in questo senso e io ho sentito da diverse persone elogi allo Stato italiano. Molto apprezzata è stata anche la decisione del nostro governo di stanziare un euro per la cultura, per l’istruzione, per ogni euro investito nella sicurezza. Anche così si combatte il terrorismo».
Benifei segue anche i temi del dumping sociale e, come ci si può aspettare da un parlamentare ligure, quello della riforma dei porti.
Come relatore della proposta legislativa per il gruppo dei Socialisti e Democratici ha contribuito in maniera decisiva alla rapida approvazione, avvenuta a fine aprile, dell’ aumento della quota di pre-finanziamento dell’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, «un provvedimento che permetterà di rendere disponibile da subito un miliardo di euro dal bilancio Ue da destinare ai programmi rivolti ai giovani disoccupati. Parliamo di un aumento pari a circa 30 volte quanto originariamente stabilito, risorse subito disponibili in Italia che verranno utilizzate per integrare la Garanzia Giovani e i programmi dedicati alla lotta alla disoccupazione giovanile. In Liguria avremo 9 milioni di euro immediatamente disponibili con i rimborsi anticipati per i progetti destinati al lavoro giovanile, rispetto alla quota iniziale di poco più di 400mila euro».