Chi può davvero credere che consegnare i porti italiani a un governo tutto politico escludendo gli operatori e gli utenti privati dalla cabina di regia, possa rappresentare la formula vincente? A porre questo interrogativo è la community portuale della Spezia (La Spezia Port Service), che scende per prima criticamente in campo sul testo della riforma portuale appena approvata dal consiglio dei ministri.
Secondo i portavoce della community portuale spezzina, che ha storicamente operato sulla linea del fronte per l’affermazione dello scalo ligure in particolare nel mercato dei trasporti container, il conferimento di “super poteri” ai presidenti delle nuove Autorità di sistema portuale e l’esclusione dei rappresentanti delle forze economiche «che, peraltro – sostiene La Spezia Port Service in una nota – mantengono le Autorità portuali assicurando il flusso di tasse e diritti nelle casse delle stesse», sono fattori di rischio altissimi.
«Nei nuovi comitati di gestione dei porti di sistema – sottolinea Lsps – così come disegnati nella legge di riforma, inserita nel pacchetto Madia, sono presenti solo ed esclusivamente rappresentanti della politica; agli operatori portuali è assegnato un puro potere consultivo, ovvero nulla».
Non solo. Secondo La Spezia Port Service, l’attribuzione di super poteri al presidente delle Authority presuppone l’individuazione di figure di alto profilo tecnico. «Auspichiamo che, dalla mediazione fra Stato e Regioni, ossia i soggetti preposti alla scelta, non scaturiscano nomine di esclusiva valenza politica ma ben radicate nel mondo produttivo e dotate di caratura internazionale».
La Spezia Port Service fa notare che non è forse un caso che l’allarme venga fatto scattare dalla Spezia, dove il successo del porto, sin dalla nascita del terminal container voluto da Angelo Ravano – per ammissione esplicita del suo fondatore – fu ed è frutto di uno sforzo coeso di progettazione, gestione e collaborazione che ha visto tutte le categorie imprenditoriali, agire, insieme, e in collaborazione con il mondo del lavoro, per l’obiettivo comune della competitività e dell’efficienza.
La richiesta di spedizionieri, agenti marittimi e spedizionieri doganali è quindi alle forze politiche nazionali e locali e a tutto il mondo imprenditoriale: «Compiere una riflessione approfondita prima che le nuove norme producano effetti difficilmente reversibili nella portualità nazionale che ha bisogno di recuperare competitività ed efficienza».