Nuovo scontro tra l’armatore Vincenzo Onorato e Confitarma, sulla questione dei benefici fiscali alle bandiere comunitarie. In un avviso a pagamento pubblicato oggi su alcuni quotidiani Onorato sostiene che «le compagnie di navigazione italiane si troveranno nella forbice di dover scegliere fra licenziare gli italiani con contratto nazionale per imbarcare extracomunitari o chiudere i battenti».
Secondo Onorato «nella sostanza la Confitarma sta chiedendo allo Stato italiano di continuare a finanziare gli armatori italiani per dismettere la bandiera italiana e soprattutto sbarcare i marittimi italiani».
«Oggi – sostiene Onorato – la Confitarma con il suo presidente, Emanuele Grimaldi, sta pressando affinché, riporto le sue parole, “i privilegi legati alla bandiera italiana vengano allargati anche a tutte le unità di bandiera comunitarie che fanno capo ad aziende armatoriali italiane o strutture con stabile organizzazione in Italia”, sostenendo che l’Unione europea potrebbe aprire un processo di infrazione al nostro Paese».
La proposta dell’armatore al governo è quindi: «abolite tutti i privilegi fiscali a quelle navi battenti bandiera italiana, in collegamenti fra Paesi comunitari, che imbarcano extracomunitari. Conservate questi privilegi per le navi italiane o comunitarie che imbarcano tutti i marittimi italiani o comunitari ed estendeteli agli armatori del cabotaggio per le isole minori che non godono di nessun aiuto».
«Confitarma – replica l’associazione in un comunicato firmato dal presidente Emanuele Grimaldi – non sta facendo alcuna pressione per estendere i benefici della bandiera italiana ad unità di bandiera comunitaria. Esiste invece una procedura in corso in tal senso avviata dalla Commissione europea nei confronti del nostro Governo. L’armatore Onorato, se non ritiene credibili le parole della Confederazione, può avere contezza di ciò contattando il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti».
Secondo Grimaldi «la verità è che, alla base delle ripetute dichiarazioni, vi sono evidenti problemi dell’armatore Onorato a fronteggiare la concorrenza, pur beneficiando dei privilegi fiscali – come da lui citati nel suo avviso – e, in via esclusiva, di più di 70 milioni di euro all’anno a titolo di sovvenzione su tratte coperte anche da altri armatori italiani. L’armatore Onorato dimentica che, quando la Tirrenia era ancora pubblica, nel 1999 portò avanti una dura campagna contro lo statalismo nel cabotaggio sostenendo che i contributi statali erano un privilegio feudale che ponevano l’Italia fuori dall’Europa. E nel 2008 dichiarò “Non vedo la ragione per la quale lo Stato debba spendere denaro pubblico per sovvenzionare collegamenti che il privato già attua”».
«E allora – conclude Grimaldi – l’appello che Confitarma rivolge al Governo è: abolire le sovvenzioni esistenti nei collegamenti marittimi con la Sardegna, laddove operano armatori italiani che garantiscono la continuità territoriale».