Pil in crescita (5,4%), aumento degli investitori stranieri (+8%), significativi interventi a favore della formazione professionale e della cultura del lavoro, una popolazione giovane su cui contare ( il 75% ha meno di 35 anni). Forte di queste basi, il Senegal punta a creare, anche con l’aiuto dell’Italia, una rete di piccole e medie imprese in cui siano soprattutto i giovani a lavorare, con l’obiettivo di far rientrare il maggior numero di possibile di senegalesi nel proprio Paese d’origine. Dove? Soprattutto nel nuovo polo formativo nella Diamniadio Valley, il nuovo parco industriale di Dakar.
Il progetto è presentato oggi a Genova da una delegazione di rappresentanti istituzionali del Paese africano, tra cui il ministro della Formazione professionale e dell’artigianato Mamadou Talla e il direttore marketing dell’Agenzia di promozione degli investimenti e delle grandi opere (Apix) Moustapha Diop. Entrambi “chiamano” anche gli italiani a investire in Senegal: «Si può creare un’azienda in 24 ore – spiega Diop – senza bisogno di avere un capitale minimo di partenza e senza restrizioni fiscali». I settori su cui si punta maggiormente sono quelli dell’artigianato (cuoio, legname), ma anche agricoltura: «Su tredici milioni di senegalesi, 1,5 milioni sono attivi nell’artigianato», precisa Diop. Il progetto del nuovo polo è realizzato da Talent Garden, che guarda con grande interesse proprio al Senegal per il proprio piano di espansione in Africa, in collaborazione con Sinhab Technology Cluster: «L’obiettivo è anche quello di far tornare a casa i nostri giovani: al momento coloro che rientrano nel loro Paese, richiamati dalla forte crescita e sviluppo che stiamo attraversando, ma anche dalle riforme, sono più numerosi di quelli che vanno via», dice Talla. Sono circa una quindicina le riforme che il Senegal metterà in atto nei campi dell’energia, ambiente, affari, infrastrutture, capitale umano ed economia. A ciò si affianca un Piano di azioni prioritarie su cinque anni che si quantifica in 190 progetti da 6 miliardi in totale.
L’Italia non rappresenta una scelta casuale nella presentazione del progetto di crescita e formazione professionale del Paese: scavalcata la Francia, è ormai il primo Paese europeo per presenza di senegalesi. E anche Genova stessa presenta una nutrita comunità originaria dello Stato africano. Presente sul mercato senegalese anche molti prodotti made in Italy, soprattutto agroalimentari, ma anche dell’industria metallurgica e del manifatturiero: «Abbiamo per tradizione buoni rapporti con il vostro Paese – afferma Talla – e le nostre statistiche sono positive per quello che riguarda gli investimenti».