Non è andato bene l’incontro di questa mattina in Confindustria tra sindacati e i rappresentanti dell’Ilva. I sindacati hanno annunciato per lunedì mattina uno sciopero con corteo verso la prefettura, in assenza di ulteriori notizie in senso positivo.
Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil avevano chiesto una continuità di reddito per gli oltre 1.600 dipendenti di Cornigliano.
L’azienda non è più in grado di far lavorare gli operai quella settimana in più per coprire il taglio del 10% del contratto di solidarietà, che oggi riguarda 750 persone e che consentiva di tornare all’80% dello stipendio (con il Jobs Act la retribuzione è scesa dal 70 al 60% dell’intero stipendio e da settembre si arriverà al 50%).
I sindacati chiedono il rispetto dell’accordo di programma, ma alla vigilia di Natale è saltato l’emendamento che avrebbe dovuto stanziare i soldi per integrare il reddito dei lavoratori.
Le incertezze arrivano anche dal decreto per la cessione del gruppo firmato dal governo. Una cessione che, si chiedono i sindacati, è davvero particolare, visto che l’azienda non è sua.
Sulla vicenda è intervenuto anche il cardinale Angelo Bagnasco, oggi in visita in Regione Liguria: il porporato auspica decisioni sagge, lungimiranti e concrete da parte di chi ha responsabilità, per salvaguardare la salute, i lavoratori, e anche l’eccellenza italiana.