Luce verde alla Spezia per la nascita ufficiale della community portuale. Tre associazioni spezzine, quella degli agenti marittimi, presieduta da Andrea Fontana, quella degli spedizionieri guidata da Alessandro Laghezza, e quella degli spedizionieri doganali che ha al timone Flavio Borra, hanno deciso di unirsi all’interno della Spezia Port Service, una società che attualmente svolge servizi informatici per le stesse associazioni e a breve assumerà a tutti gli effetti il ruolo di rappresentanza unificata delle categorie.
Due gli obiettivi principali di questa alleanza: da un lato, creare una forte identificazione, anche a livello nazionale e internazionale, di una comunità portuale che è stato elemento essenziale del successo del porto ligure e che si propone come controparte prioritaria nelle scelte che verranno compiute per il futuro dello scalo; dall’altro, dare voce alle istanze e alle proposte che queste categorie intendono formulare.
Le tre associazioni rappresentano una quarantina di aziende con 500 dipendenti e un fatturato globale di oltre 200 milioni di euro. L’accordo, che sarà perfezionato nei prossimi giorni all’interno del sistema porto della Spezia «si colloca – sottolinea Fontana – in un momento particolarmente delicato per il porto della Spezia chiamato, anche in vista di una possibile riforma nazionale dei porti, a ridisegnare e a ridare forza proprio a quella grande alleanza e coesione portuale che è stata all’origine del suo incredibile successo negli ultimi vent’anni».
«Siamo convinti – aggiunge Laghezza – che oggi gli operatori portuali possano imprimere una nuova spinta e costruire una nuova stagione di sviluppo, affermando presso la clientela del porto, ovvero presso le nostre dirette controparti, l’unicità positiva del porto della Spezia».
«Dall’Autorità portuale – conclude Borra – anche nell’ottica di una dialettica che in questo periodo non è certo mancata, abbiamo ricevuto concreti segnali di interesse alla nostra iniziativa che è e sarà sempre finalizzata alla affermazione di un modello La Spezia”.
La scelta compiuta in questi giorni è strettamente legata al dibattito sugli stati generali delle associazioni che si è svolto nell’ottobre dell’anno scorso, alla capacità di richiamare l’attenzione anche dell’opinione pubblica sui rischi occupazionali derivanti dalle innovazioni portate avanti dalla amministrazione centrale delle Dogane e, al successo della recente ‘assemblea nazionale di Federagenti, che ha avuto il merito di riaccendere i riflettori sul modello La Spezia.