Anche in Liguria, come nel resto d’Italia, il costo del personale del servizio sanitario nazionale è in calo ormai da qualche tempo, pur rappresentando comunque la voce di costo più importante nei conti economici regionali. Rispetto a molte regioni però il calo è stato più marcato sia in termini di costo, sia di numero. Lo rileva uno studio della Stem, la struttura tecnica di monitoraggio dei servizi sanitari, che insieme ad Agenas, ha raccolto dati in ogni Regione e Provincia autonoma. Lo studio (che non comprende il personale delle strutture sanitarie private accreditate ed equiparate) è relativo agli anni 2011-2013, girava già da qualche tempo, ma è tornato alla ribalta perché lo scorso 17 dicembre l’informativa è stata presentata in conferenza Stato-Regioni.
L’obiettivo è fornire agli amministratori e agli operatori della sanità uno strumento di analisi particolarmente approfondito, attraverso l’utilizzo di dati omogenei raccolti da banche dati ufficiali.
In Liguria nel 2013 il personale è costato 1.161 milioni di euro, undicesimo posto nazionale (Lombardia prima con 5.282 milioni, segue l’Emilia-Romagna con 3.149, poi Piemonte, Lazio, Veneto, Campania, Sicilia, Toscana e Puglia tra i 2 e 3 milioni, Calabria 1.253).
La variazione percentuale negli anni 2011-2013 è stata di -4,9%, pari al sesto posto assoluto tra le regioni in calo, una percentuale più marcata della media italiana di -2,9%.
Il costo medio del personale dipendente nel 2013 è di 53.397 euro, solo Friuli Venezia Giulia e Veneto “fanno peggio”, al primo posto c’è la provincia autonoma di Bolzano con 82.384, che supera di gran lunga la seconda (la Campania con 62.439). La variazione negli anni 2011/2013 è stata di -1,6% (solo Valle D’Aosta e Sardegna hanno avuto un calo maggiore con -2,4 e -5,8%). Le uniche regioni ad aver avuto una variazione percentuale in aumento sono state le due province autonome di Bolzano (+5,9%) e Trento (+1,9%), il Lazio (+0,3%), Emilia-Romagna e Toscana (+0,1%). Per quanto riguarda la variazione percentuale della numerosità dei contratti equivalenti a tempo pieno da conto annuale, la Liguria vede un -3,3%, sesto posto se si parte dalla percentuale inferiore (-7,2% della Campania) o quindicesimo se si guarda prima chi ha aumentato in questo lasso temporale (Valle D’Aosta +2,8%). Il costo per abitante del personale, vede la Liguria al quinto posto nazionale: 736 euro (dopo Bolzano, Valle d’Aosta, Trento e Friuli Venezia Giulia), con una variazione del -4% dal 2011 al 2013.
Il costo medio della dirigenza sanitaria medica è ben sotto la media nazionale (113.246 euro) con 109.585 euro nel 2013 (-1,1%): dietro alla Liguria solo Abruzzo, Puglia, Umbria, Toscana e Sardegna. Rispetto al conto economico, la variazione percentuale del costo complessivo, vede la Liguria in calo del -6,4% subito dietro Campania (-8%) e Puglia (-7,1%). Rispetto al conto annuale la variazione della numerosità dei contratti equivalenti da conto annuale è del -5,4%. Il costo per abitante nel 2013 è di 244 euro superiore alla media nazionale, ma con una variazione del -5,6% rispetto al 2011.
Per quanto riguarda la dirigenza sanitaria non medica, nel 2013 il costo medio è di 99.176 euro (quinto posto nazionale), un dato comunque in calo dell’1,5% rispetto al 2011. Rispetto al conto economico la variazione percentuale del costo complessivo è per la Liguria ancora negativo (-5,9%), così come la variazione della numerosità (-4,5%). Il costo per abitante della dirigenza sanitaria non medica è 32 euro, che vale il terzo posto in Italia, pur essendo in calo del 5,1%.
Il costo medio del comparto sanitario è di 43.542 euro, quattordicesimo posto in Italia, con un calo del costo medio dell’1,3% e una variazione percentuale rispetto al costo complessivo da conto economico (-3,8%). In calo anche la numerosità rispetto al 2011 (-2,6%). Il costo per abitante è di 317 euro, quinto posto in Italia (-3% rispetto al 2011).
L’incidenza delle indennità accessorie sul totale delle retribuzioni nel 2013 vedeva la Liguria al penultimo posto nazionale con il 18,2%.
Per approfondimenti ecco il confronto completo che comprende anche il personale non sanitario