«Le istituzioni stanno dando una mano alla soluzione del problema. Si tratta di un problema tecnico e giuridico. Non entro con un Patto territoriale d’area: l’area deve essere assegnata per quello che portiamo, non nell’ambito degli accordi». Commenta così Giuseppe Zampini, presidente di Confindustria Genova e di Ansaldo Energia, sulle aree di insediamento Ansaldo. E sui tempi delle risposte: «Le aspettiamo entro metà gennaio, se non arrivassero guarderemo altrove. Ma difficilmente all’estero».
L’intervento a margine della presentazione della ricerca “Top 500” condotta sulle prime 500 aziende della Liguria per Repubblica dal dipartimento di Economia dell’Università di Genova e dalla società di consulenza e revisione contabile PwC. Il documento indica i punti di forza, le peculiarità e i limiti del sistema imprenditoriale ligure. «È opportuno far vedere cosa il nostro territorio sa fare: siamo più bravi di quello che pensiamo, meno bravi di quello che potremmo essere», afferma Zampini.
«È interessantissimo il food con tutte le sue componenti, compreso il settore della frutta secca, molto performante – dichiara Andrea Marchelli, partner di Pwc – molto bene anche l’economia del mare, il settore energetico che sconta una situazione passata caratterizzata da inverni miti e quindi da un basso consumo di prodotti energetici, ma è composto da aziende sempre ben posizionate».
Nel complesso è un sistema che ha le possibilità di affermarsi. «Se le 500 aziende andassero sul mercato – calcola Marchelli – potrebbero reperire facilmente circa un miliardo e mezzo di euro ma potrebbero arrivare a tre». Tra i punti deboli, la carenza di infrastrutture. Rispetto alla Liguria dei grandi colossi industriali a partecipazione statale, secondo Marchelli, «è cambiato molto il mix tra industria e servizi, c’è stata una migrazione dall’industria ai servizi. Tendenzialmente come ricaduta occupazionale i servizi danno meno posti ma generano più valore aggiunto e quindi più indotto».