Uniti contro l’abusivismo, pronti a segnalare chi fa concorrenza sleale in barba a tutte le regole. Nella giornata della legalità organizzata a livello nazionale da Ascom–Confcommercio, anche la sezione di Genova ha partecipato in massa, aprendo un dialogo con le forze dell’ordine, in particolare con il nuovo comandante del I Gruppo della Guardia di Finanza di Genova Emilio Fiora.
«Stiamo vivendo un’epoca di trasformazione – spiega il presidente di Ascom Genova Paolo Odone – le tecnologie portano a un cambiamento generale delle abitudini».
Home restaurant, posti letto offerti attraverso portali come air bnb, mediatori immobiliari improvvisati, la crescita di quella che è a tutti gli effetti una concorrenza sleale sta incrementando.
Mafalda Papa, presidente degli Albergatori, è in prima linea contro gli abusivi: «Negli ultimi anni abbiamo vissuto una crisi feroce e la crescita di queste attività parallele è stata esponenziale. Si tratta di una tipologia di vendita diversa da una borsa contraffatta, il “compratore” di una camera ne usufruisce quando consuma, quindi non è punibile. Siamo stanchi, perché le regole a cui dobbiamo sottostare noi sono molto più stringenti, anche dal punto di vista della sicurezza, che, dopo i fatti in Tunisia e Parigi, è ancora più importante. Noi siamo tenuti a registrare tutti gli ospiti». Papa auspica che la P.A. e gli organi di controllo debbano intervenire: «Vogliamo porre fine a tutto questo, siamo disponibili a interfacciare i dati in nostro possesso, creando una task force che possa fornire la lista degli abusivi».
Il fenomeno ha molte facce e provoca danni sotto tutti i fronti: «Abbiamo registrato nell’ultimo anno un incremento dell’11,3% delle vendite illegali – dice Ilaria Mussini, presidente della consulta dei Civ Ascom – sono servizi che danneggiano la categoria, i competitor sul web sono molto difficili da arginare, ma dobbiamo educare perché l’utente finale non si rende conto che si perdono posti di lavoro e si impoverisce il tessuto commerciale, l’illegalità non porta a nulla.
«La normativa per la somministrazione è completa, mancano i controlli e soprattutto la presa di coscienza che un home restaurant è un ristorante a tutti gli effetti e deve essere trattato come tale – afferma Alessandro Cavo, presidente Fepag – quindi deve sottostare sia alle norme che regolano tale attività, sia ai controlli».
Anche i mediatori immobiliari si lamentano: per essere abilitati occorre superare un esame difficile e selettivo, poi serve un’assicurazione con massimali ben definiti. L’intermediazione abusiva non è tutelata e spesso ci sono persone che reiterano il reato di esercizio abusivo della professione.
Ascom ha anche diffuso i risultati di un’indagine sui fenomeni criminali realizzata in collaborazione con Gfk Eurisko a cui hanno partecipato circa 6.800 imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti dal 15 settembre a fine ottobre. Dai risultati emerge che a Genova il 44% ritiene peggiorata la percezione di sicurezza per l’attività (il 31% in Liguria, 32% in Italia). Proprio l’abusivismo è citato come crimine aumentato in modo maggiore (69% degli intervistati a Genova, 64% in Liguria, contro il 52% in Italia), seguito dalla contraffazione (49% a Genova e in Liguria, 45% in Italia). Gli imprenditori liguri e genovesi chiedono maggiormente rispetto ai colleghi in Italia, più protezione da parte delle forze dell’ordine (69% a Genova, 67% in Liguria, 62% in Italia).
Ben il 70% a Genova e il 74% in Liguria pone tra le problematiche principali del territorio la presenza di venditori abusivi, contro il 57% in Italia. Anche nomadi e tossicodipendenti vengono elencati come problematiche in modo maggiore rispetto alla media, in Liguria, ma non a Genova, si segnalano più spesso anche i negozi sfitti.
Tuttavia, rispetto al resto d’Italia, l’esperienza con la criminalità diretta e indiretta in Liguria risulta leggermente inferiore alla media: il 14% nella regione e il 12% a Genova contro il 16% nazionale.
Per proteggere la propria imprese a Genova ci si affida soprattutto a telecamere e impianti di allarme, vigilanza privata (36% contro il 22% nazionale) e l’adesione ad associazioni di categoria (29% contro il 13%).
A Genova la situazione del centro storico sta diventando la cartina di tornasole di questa realtà: «La movida – dice Odone – ha avuto un ruolo importantissimo nel recupero del centro storico, ma l’illegalità dominante sta bloccando lo sviluppo dell’economia legale e del vivere civile. I negozianti sono un baluardo, ma se non vengono sostenuti poi perdono la fiducia. Anche il mercatino corso Quadrio, è un fatto che destabilizza. Fosse lotta tra ricchi e poveri, ma non lo è: è una lotta tra perdenti».
Alessandro Cavo, che ha il proprio esercizio commerciale nel centro storico, conferma: «Negli ultimi mesi ho riscontrato un peggioramento, purtroppo quel grande moto visionario di recupero temo si sia arrestato, spero che ci sia una ripresa per riportare manutenzione, pulizia e sicurezza».