«Stalinismo fuori tempo massimo. Terrile non si preoccupi dei miei articoli: pensi piuttosto alla linea politica inesistente di un Partito incapace di parlare alla città». Così Simone Regazzoni della commissione regionale di garanzia Pd, risponde al segretario provinciale del Pd genovese che ha criticato un suo articolo pubblicato dal Secolo XIX a proposito del terrorismo e della guerra.
«Il segretario provinciale del PD – scrive Regazzoni in una nota stampa – a fronte di un mio articolo sul “Secolo XIX” in cui analizzo il concetto di guerra contemporanea e affermo che “il terrorismo non si batte solo con le armi, ma senza le armi la sconfitta è assicurata” dichiara: “Chi come Regazzoni assume una posizione di dirigenza dentro al partito non può esprimere posizioni del genere. Quello che ho letto è preoccupante ed anche ridicolo. Ed è evidente che nelle cose dette da Regazzoni c’è anche la voglia di sottolineare il suo protagonismo. Ed è totalmente sbagliato, non solo per una questione di linea, ma anche di modalità, le stesse che ci hanno già portato a perdere le elezioni regionali”».
«Parole di questo tenore – prosegue Regazzoni – in risposta a un articolo per un quotidiano che ho scritto come intellettuale, così come scrivo libri, tra cui un libro su “Stato di legittima difesa. Obama e la filosofia della guerra al terrorismo” (Ponte alle Grazie, 2013) che ho presentato proprio a Genova sia con Roberta Pinotti, sia con Luca Borzani, potrebbero essere liquidate semplicemente come parole in libertà di una persona che non conosce l’abc della democrazia, del dibattito democratico, del libero confronto di idee».
«Ora – si legge nella nota stampa – che Terrile non abbia dimestichezza con questi concetti appare chiaro. Il punto è che Terrile non interviene nel merito di quello che ho scritto per discuterne: questo sarebbe legittimo e auspicabile, e anzi se se la sente lo invito a un confronto pubblico su questi temi. Terrile interviene come segretario provinciale del PD, pensando di dettare la linea alla mia libertà intellettuale. Dovrò forse mandare le bozze del mio prossimo libro sull’IS a Terrile? Farò visionare i miei articoli per il “Secolo XIX” dal Segretario? Altrimenti che fai Terrile: mi cacci?
Secondo Regazzoni, «per l’intervento di Alessandro Terrile c’è una sola formula adeguata: stalinismo fuori tempo massimo. E questo – precisa lo scrittore – mi rattrista profondamente. Non personalmente: chi si espone con prese di posizione nello spazio pubblico può essere attaccato e non deve fare la vittima. Mi rattrista per il PD che Terrile rappresenta. Il PD oggi è questo partito? Un Partito che richiama chi scrive un articolo su un quotidiano all’ordine usando anche insulti ad personam? Siamo un partito che non accetta il dibattito delle idee nella pluralità di posizioni? Siamo un partito che richiama chi pone questioni alla linea? Mi chiedo: di cosa si ha paura? E provo a rispondermi non in termini personali, ma politici. Si ha paura che le idee rompano l’immobilismo asfittico che garantisce gli equilibri interni. Si ha paura che il PD sia costretto anche a Genova a rinnovarsi».
«A Genova – conclude Regazzoni – siamo un partito fermo. Politicamente e culturalmente lontano anni luce dal dinamismo del PD nazionale che con Renzi sta attuando riforme storiche e cambiando il volto del paese. Un partito incapace di aprirsi alla città e all’innovazione, delle idee e delle persone. Un partito che vive di passato non come eredità per guardare all’avvenire, ma come rifugio consolatorio, come alibi per non rinnovarsi. Un partito che pensa che ripetendo come un mantra la parola “unità” riuscirà a scacciare lo spettro della propria inadeguatezza politica rispetto alle sfide che attendono la nostra città. Siamo un Partito che non sa intercettare la richiesta di rinnovamento che viene dai cittadini genovesi. Da qui, da questa inadeguatezza politica di cui tu porti una parte importante di responsabilità Terrile, – come porti responsabilità per la sconfitta delle regionali – rischia di arrivare una nuova sconfitta, non dal fatto che io scriva articoli di analisi sul concetto di guerra contemporanea».