Oggi, alle 15,01, sarà distrutto l’ecomostro di Cornua, a Sori: si tratta del gigantesco scheletro di calcestruzzo rimasto abbandonato dal 1967.
La zona di Case Cornua sarà interdetta al traffico per i pochi minuti necessari all’operazione e la circolazione sulle strade provinciali 67 e 75 regolata dalle 14,30 fino alla fine dei lavori dalla Polizia Locale del Comune di Sori.
L’edificio è stato voluto negli anni Sessanta da un imprenditore edile che, dopo la realizzazione della strada panoramica provinciale 67, ha fiutato un affare: realizzare un albergo o residence nell’unico luogo abitato di tutto il tratto panoramico, con vista Tigullio.
Da subito l’impresa fu funestata da diversi inconvenienti, abusi ed irregolarità, che portarono a bloccare i lavori; dal 1967 lo scheletro di calcestruzzo che doveva comporre l’edificio è rimasto abbandonato ed è tutt’oggi lì, proprio sotto la vetta del monte Cornua e la caratteristica Cappella degli Alpini del gruppo di Pieve Ligure e Sori, a deturpare il panorama.
Nei quasi cinquant’anni trascorsi da allora si sono alternati ordini di sospensione dei lavori, provvedimenti di sanatoria poi annullati dalla Provincia di Genova, ordini di demolizione, varianti urbanistiche che hanno portato a una riclassificazione urbanistica dell’area, oltre a due ricorsi definiti dal Tar Liguria in senso favorevole per il Comune di Sori, e oggi pendenti al Consiglio di Stato.
Dopo diverse vicissitudini, oggi l’amministrazione comunale di Sori riesce a demolire l’edificio e riqualificare l’area come zona verde, fruibile dagli escursionisti, dalle famiglie e dai turisti che transitano sui monti del Golfo Paradiso.
Il Comune, a fronte dell’impegno ad avviare una variante per la ricollocazione del volume già prevista nel piano regolatore in altra area, adatta a ospitarlo, avente lo stesso valore rispetto alla precedente, ottiene l’obbligo del privato a demolire in tempi certi, a propria cura, spese e responsabilità, lo scheletrone, a cedere l’area all’amministrazione per la riqualificazione ambientale, a rinunciare ai due ricorsi pendenti presso il Consiglio di Stato e al pagamento delle spese liquidate in favore del Comune nelle due sentenze del Tar Liguria, che ammontano complessivamente a oltre 11 mila euro.
La demolizione non solo è a costo zero per il Comune, ma l’ente pubblico ottiene così anche il pagamento di spese legali che altrimenti non avrebbe ancora ottenuto per anni.
La bonifica ambientale a cura del privato comincerà immediatamente dopo l’esplosione e si protrarrà per alcune settimane; nel frattempo verrà avviato dal Comune l’iter amministrativo necessario per autorizzare in luogo dell’ecomostro, un’area verde attrezzata che rappresenterà un sicuro punto di riferimento e attrazione turistico-paesaggistica per tutto il territorio di Sori e dei Comuni confinanti.