La Fillea Cgil di Genova, il sindacato dei lavoratori delle costruzioni, fa il punto sul declino industriale edile di Genova.
Negli ultimi anni il settore ha perso oltre 2 mila posti di lavoro, «la tanto incensata ripresa – dice Federico Pezzoli rappresentante del dipartimento Edilizia di Fillea – che si evince dai talk show televisivi, nel mondo reale non è minimamente percepita. Assistiamo alla crisi di imprese storiche strutturate e alla chiusura di tante piccole e piccolissime aziende».
L’ultima in grave difficoltà, segnala la Cgil, è la Carena, operante già dal 1865, che ha svolto grandi opere su tutto il territorio nazionale, a Genova le gallerie Cristoforo Colombo e Vittorio Emanuele, il liceo Andrea Doria, e l’Ospedale San Martino per esempio.
«C’è poi la spinosa questione degli appalti pubblici e privati, la piaga del massimo ribasso, il tema dell’inclusione con riferimento alla qualità del lavoro e alla qualità dell’impresa». aggiunge Pezzoli. Argomenti che la Cgil ha affrontato in queste settimane nella conferenza di organizzazione: la città di Genova e la sua provincia sono interessate da numerose opere per la tutela idrogeologica e la messa in sicurezza del territorio (lavori sul Bisagno o a quelli dello scolmatore del Fereggiano, il nodo ferroviario e il Terzo Valico, ma anche la tutela dell’edilizia pubblica e scolastica).
«È inspiegabile – sostiene Pezzoli – come tale mole di lavoro non porti a significative ricadute sull’occupazione locale, così in sofferenza, e come l’operatività delle imprese edili genovesi solo in minima parte sia coinvolta. Come è spiegabile tutto ciò? Intorno a queste problematiche si dovrebbe aprire un vero confronto coinvolgente tutti i soggetti interessati: dagli operatori privati e le loro associazioni alle organizzazioni sindacali insieme alle istituzioni locali, Comune, Città Metropolitana e Regione».