Un’azienda nata nel 1856 e che oggi rivive grazie alla passione dell’ultimo erede della famiglia Guglielmi, Pietro, che porta proprio il nome del fondatore della Vecchia distilleria di Vallebona, nell’imperiese. Nello spazio Expo della Regione Liguria in piazza De Ferrari si è potuto anche assaporare l’aroma e il gusto dell’acqua distillata di fiori di arancio amaro.
Il prodotto è diventato presidio Slow Food, ricevendo una spinta notevole: «Si è aperto il mercato internazionale – spiega Guglielmi – per ora ho più richieste che prodotto, bisogna considerare che ho ridato vita alla coltivazione dell’arancio amaro per la distilleria 11 anni fa, le piante cominciano a essere utili alla produzione dopo 10 anni, quindi sto cominciando ora a cogliere i “frutti” dei miei 300 aranci, posso solo crescere».
Tutto è nato dalla passione: «In azienda distillavamo un po’ di aromatiche, siccome volevo trovare un buon ingrediente per le bugie, ho pensato di farmelo da solo, è diventato il mio mestiere».
L’acqua di fiori di arancio amaro ha una lavorazione in parte ancora artigianale: «I fiori, aperti, vengono raccolti a mano e poi messi in recipienti in acciaio che estraggono l’essenza in corrente di vapore a bassa pressione, consentendo ai vari componenti degli olii essenziali di mantenere inalterate tutte le loro caratteristiche organolettiche. La pianta cede al vapore le sue sostanze odorose e volatili. Una parte viene destinata all’uso alimentare, una parte a quello della cosmesi, l’olio essenziale di Neroli, così si chiama l’estratto, è rinomato per le sue proprietà».
L’azienda non distilla solo i fiori d’arancio, ma produce anche idrolati e acque aromatiche di rose, rosmarino, eucalipto, timo, lavanda eccetera.
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