La Liguria è la seconda regione del Nord in cui una persona con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi, ha difficoltà a fare il tipo di lavoro desiderato per motivi di salute. Ottavo posto assoluto in Italia, nel Nord seconda solo alla Valle D’Aosta. È quanto emerge da uno studio dell’Istat (ultimi dati del 2013). In Liguria la percentuale di chi ha le difficoltà sfiora il 20%, la regione all’ultimo posto, l’Umbria, supera di poco il 10%.
In generale un ruolo decisivo nell’ostacolare l’integrazione nel mondo del lavoro è giocato dalla mancanza di opportunità lavorative, che è indicata come motivo principale dal 22,5% della popolazione residente in Italia. La quota scende al 19,3% nel collettivo oggetto di analisi e si dimezza tra chi ha limitazioni funzionali gravi (11,1%) che, come si è visto, ha restrizioni soprattutto per le sue condizioni di salute.
Inoltre, tra questi ultimi, una piccola quota (il 3,6%, contro lo 0,4% della popolazione totale) riferisce come ostacolo all’integrazione lavorativa la difficoltà a raggiungere o ad accedere al luogo di lavoro.
La Liguria è al settimo posto per quanto riguarda le difficoltà che un disabile ha a uscire di casa per motivi di salute o barriere ambientali (circa il 30% su 100 persone con le stesse caratteristiche), va leggermente meglio per quanto riguarda gli accessi agli edifici: ottava, sotto la media nazionale (intorno al 25%), va male l’accessibilità ai mezzi pubblici: la Liguria è quinta in Italia per difficoltà a usare il tpl (anche in questo caso la percentuale sfiora il 30%) dopo Campania, Sicilia, Lazio e Molise.
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In Italia sono più di 13 milioni le persone di 15 anni e più che, nel 2012-2013, risultano avere limitazioni funzionali gravi o lievi, patologie croniche gravi o invalidità permanenti. Limitazioni funzionali gravi significa il massimo grado di difficoltà nelle funzioni motorie, sensoriali o nelle pratiche essenziali della vita quotidiana. Le persone con limitazioni funzionali lievi sono invece quelle che presentano un livello di difficoltà immediatamente inferiore al massimo in almeno una delle funzioni sopra indicate. Sono incluse anche le persone che, pur non avendo limitazioni funzionali, hanno dichiarato di avere malattie croniche gravi.
Per rilevare l’inclusione sociale delle persone con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi, a tutti gli intervistati sono stati posti dei quesiti sulla presenza di eventuali impedimenti nelle diverse aree di vita: istruzione e formazione, lavoro, mobilità (uscire di casa, accedere agli edifici e utilizzare i mezzi di trasporto pubblici), relazioni sociali, tempo libero (fare sport, andare a cinema, teatro, feste, musei, ecc.), uso di internet.