Una famiglia che ha una “missione”: valorizzare il territorio della Lunigiana, una famiglia di agricoltori che dagli anni Sessanta ha scelto di focalizzare il proprio progetto imprenditoriale sul vino.
L’intuizione di Paolo Bosoni, che nel 1966 raccoglie l’eredità agricola del papà, è di ampliare gli ettari coltivati a vite, a individuare le zone a maggior vocazione e a ricercare i vitigni tradizionali.
Nasce così Lvnae Bosoni. Oggi Paolo Bosoni segue e coordina il lavoro in cantina e in vigna, supportato dal fratello Lucio e da tre giovani enologi, un agronomo e un maestro di cantina. La moglie Antonella Bertolla è responsabile della parte amministrativa e coordina i rapporti con i 150 viticoltori-conferitori.
Sì perché oltre agli ettari di proprietà e in affitto (circa 60 nei comuni di Ortonovo e Castelnuovo Magra) Lvnae Bosoni ha avviato un progetto di collaborazione con i piccoli vignaioli locali: «Fino a qualche anno fa producevano in maniera autonoma – raccolta Diego Bosoni, uno dei figli di Paolo e anche lui attivo in azienda insieme alla sorella Debora – ma o per l’avanzare dell’età o per difficoltà di gestione, non ce la facevano più da soli. Noi abbiamo offerto sostegno dal punto di vista tecnico, il supporto degli agronomi, dando loro la certezza che la loro produzione venga pagata in base alla qualità». Per le Cantine Lvnae il vantaggio è stato l’aumento della produzione (con 20 ettari in più a disposizione).
Il vitigno di riferimento è il Vermentino: «Mio padre è stato uno dei primi a produrlo in purezza, investendo in qualità e sulla storia di un territorio così particolare, i colli di Luni, dove il vino veniva prodotto già in epoca romana». Coltivati anche Albarola, Malvasia Pollera Nera e Massareta.
Il microclima della zona, con le Alpi Apuane a far barriera alle spalle e il mare di fronte, rende particolarmente favorevole questo tipo di coltivazione dei terreni che mantengono quelle caratteristiche di scarsa estensione rispetto alle grandi distese toscane per esempio, «ma ogni ettaro ti racconta una storia diversa», sottolinea Diego Bosoni.
La produzione di Lvnae Bosoni si attesta sulle 500 mila bottiglie e il personale ha raggiunto le 35 unità tra chi lavora in vigna, chi in cantina e chi si occupa dell’amministrazione, famiglia compresa.
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Le vendite avvengono per il 70% in Italia, il resto all’estero: «Stiamo cercando di far conoscere i nostri vini anche all’estero, ci stiamo approcciando a Paesi come Germania, Svezia, Stati Uniti, per ora i riscontri sono molto positivi».
I costi di lavoro e di produzione sono maggiori rispetto ad altre zone per la caratteristica del territorio: i vigneti sono su terrazzamenti che richiedono una manutenzione costante, le colline non sono “dolci” come in altri posti, ma la scelta di puntare sulla qualità del prodotto ha consentito a Lvnae Bosoni di attrarre clienti attenti alla “sostanza”, senza bisogno di politiche commerciali aggressive: «Lavoriamo senza usare diserbanti e, nell’ottica di una viticoltura sostenibile, la raccolta viene fatta manualmente in piccole casse, mentre in cantina dedichiamo particolare attenzione alla qualità, alla pulizia, con un minimo intervento della meccanizzazione.
Per farsi conoscere le fiere di settore sono ancora importanti: «Vinitaly è sempre interessante, partecipiamo, ma anche altri eventi di settore consentono di poterci confrontare di persona, metterci la faccia è sempre lo strumento più importante. Anche se non tralasciamo gli strumenti di comunicazione contemporanei».
Proprio il rispetto delle radici e la riscoperta del proprio passato ha portato nel 2004 alla creazione di Ca’ Lvnae, espressione delle cantine e centro per la valorizzazione e la cultura del vino, nato in un antico complesso rurale settecentesco. Al suo interno il museo della cultura materiale del vino, l’enoteca, le sale dedicate alla degustazione e una liquoreria.
È ancora presto per capire come andrà quest’anno, ma la vendemmia 2015 presenta un buon potenziale: «Sta procedendo bene per ora, ma queste settimane saranno fondamentali, dipenderà tutto dal clima».