«Non diremo mai a un nostro cliente “questo non si può fare”, la flessibilità, insieme alla tecnologia, caratterizza Posidonia». Così Ettore Ardito sintetizza per BJ il segreto del successo di Posidonia srl, l’azienda di Novi Ligure che produce ancore, catene e, in generale, tutto quello che serve a navi e yacht per l’ormeggio e il rimorchio. Ardito appartiene alla terza generazione al vertice dell’azienda familiare, oggi in buona misura guidata dalla generazione successiva, la quarta.
Fondata da Enrico e Giuseppe Ardito e da Cesare Livraghi negli anni Trenta a Genova Struppa con il nome di Neptunia, rinominata Posidonia nel 1984, l’azienda si è trasferita a Novi Ligure, per problemi di spazio, nel 2012. «A Genova – precisa Ettore Ardito in un’intervista collettiva insieme ai figli Serena e Giacomo e a Emiliano Seggi – abbiamo ancora il banco di prova ma entro l’anno trasferiremo anche quello a Novi. Qui spazio e logistica ci soddisfano».
Posidonia produce a Novi gli articoli più impegnativi per quanto riguarda qualità e tecnologia, e importa il resto da Cina, India, Germania. In fatto di tecnologia si trova ormai ai vertici mondiali del settore. L’impegno crescente nello sviluppo tecnologico è testimoniato dal fatto che la quota prodotta in Italia risulta in continuo aumento, come aumenta la parte di fatturato generata dalle vendite sui mercati esteri, ormai il 50%. Russia, Norvegia, Polonia, Cina, Corea, Taiwan e Indonesia i principali paesi di sbocco. Il fatturato dell’azienda ligure-piemontese, negli anni scorsi attestato su 2,4 milioni di euro l’anno, nel 2015 è previsto in crescita del 40%. Un balzo in avanti dovuto alla ripresa dei mercati, allo sviluppo tecnologico, alla qualità del servizio e anche all’apporto dell’ultima generazione, giunta alla guida di Posidonia con nuove idee ed energie.
«Gli ultimi anni – spiegano Ettore Ardito e gli altri amministratori di Posidonia – sono stati terribili, la cantieristica italiana da diporto ha visto in pratica sparire il mercato nazionale, mentre gli armatori della flotta mercantile hanno procrastinato gli investimenti. Ora si notano segni di ripresa. Noi in questi anni abbiamo puntato sulla flessibilità, la fidelizzazione del cliente grazie all’assistenza e al servizio, e sullo sviluppo delle tecnologie. Era quanto richiesto dalla domanda. Le navi cambiano, sono sempre più veloci, aumentano le esigenze degli armatori. Lo sviluppo tecnologico ci ha permesso di trovare nuovi spazi nel settore militare, per i prossimi mesi abbiamo in programma la fornitura di catene a un cacciamine polacco. Msc Crociere, inoltre, ha deciso di utilizzare le nostre ancore, abbiamo una commessa per fornire le ancore alle navi Msc in costruzione in Francia e negli stabilimenti di Fincantieri. È una grossa sfida, si tratta di costruire ancore veramente grosse, da venti tonnellate, tutte saldate a mano».
La qualità in fatto di ancore è importante perché determina il potere ancorante. Posidonia fa eseguire sui suoi prodotti i test in mare, test ufficialmente certificati. E produce ancore saldate, non fuse. Con la saldatura l’ancora ha una resa maggiore, la sua geometria è più accurata e precisa e il materiale impiegato deve essere migliore. I venti dipendenti che lavorano per l’azienda di Novi Ligure sono altamente qualificati, possono vantare tutti i diplomi e le certificazioni dell’Istituto italiano della saldatura. «Quest’anno – ricorda Ettore Ardito – un nostro dipendente è arrivato secondo ai campionati italiani di saldatura. E qualche anno fa era arrivato primo».