Un laboratorio di idee sul diritto doganale, tema tradizionalmente forte per la città di Genova, ma ancora poco considerato nei business plan delle aziende, l’idea l’ha lanciata Sara Armella, attuale presidente della Fiera di Genova, ma di professione avvocato fiscalista, durante la presentazione del suo libro su questo tema.
«Bisogna confrontare a livello internazionale le prassi di altri Paesi – spiega Armella – una sorta di scuola di diritto doganale che abbia la prospettiva di rendere servizi efficaci e utili, perché le aziende dovrebbero fare check up doganale, vedere se ci sono possibilità di riduzione dei costi sia per chi esporta sia per chi importa, cioè capire quali sono i Paesi migliori verso cui esportare e importare».
Un rovesciamento di concezione che trova sponda e disponibilità anche in Assagenti: «Effettivamente non tutti hanno ancora ben presenti le potenzialità di business che la conoscenza del diritto doganale comporta – aggiunge Gian Enzo Duci, presidente di Assagenti – questa giornata è utile a farcelo capire: la pianificazione doganale deve diventare normale strumento di pianificazione aziendale».
Il presidente dell’Associazione degli agenti marittimi commenta anche gli ultimi fatti più recenti: l’esclusione del Terzo Valico dai fondi dell’Unione Europea e il nuovo piano strategico della portualità: «L’esclusione non era inaspettata, non nasce da lì il finanziamento, che però certamente avrebbe velocizzato le tempistiche. La riforma dei porti apporta qualche aspetto migliorativo: finalmente affronta il non senso di un sistema portuale così frammentato. Tuttavia non considera due elementi centrali: non ci sono gli strumenti per traguardare i mercati esteri e non c’è nessuna idea di cosa fare del lavoro portuale. Genova è stata la realtà che per prima ha avuto coraggio di affrontare questo problema, la risposta deve essere però nazionale».