Piace al presidente dell’Autorità Portuale spezzina, Lorenzo Forcieri, l’ipotesi, contenuta nella nuova bozza di riforma del sistema portuale italiano all’esame del consiglio dei ministri, di accorpare i porti della Spezia e di Marina di Carrara in un unico ente. Se il provvedimento non cambierà, la Liguria portuale sarà divisa in due distretti, uno ligure, con Genova e Savona e l’altro ligure toscano, con La Spezia e Marina di Carrara.
«Ho sempre sostenuto – spiega Forcieri – la necessità di una riforma di taglio e respiro europeo, che tenga presente due riferimenti: il rapporto tra gli scali e le reti Ten – T, Trans European Network Transport, e il mercato. Mi sembra che questo provvedimento li tenga presenti. Il mio giudizio è positivo. Le merci da e per Genova e Savona viaggiano lungo il corridoio del Gottardo, quelle che riguardano La Spezia e Marina vanno lungo il Tirreno Brennero, detto anche Scan – Med, Scandinavia – Mediterraneo. È la logica giusta, seguire la vocazione delle merce. Lo dimostrano anche i croceristi, che viaggiano lungo le stesse direttrici dei container».
La bozza contiene anche l’ipotesi che i presidenti delle Autorità Portuali siano nominati in concertazione fra il ministero dei Trasporti e le Regioni, escludendo Comuni, Città Metropolitane e Camere di Commercio. Secondo Forcieri, «chi sceglie il presidente dell’Autorità Portuale non è un problema, è importante semplificare, sburocratizzare. Bisogna arrivare a costituire un vero sportello unico doganale ed estendere e portare a compimento il preclearing, cioè il progetto che prevede la possibilità di comunicare in anticipo alla dogana i dati sulle merci, prima dell’arrivo della nave al porto, permettendo di ridurre notevolmente i tempi dello sdoganamento. La fase di sperimentazione del preclearing ha dato ottimi risultati, ora bisogna passare alla fase successiva. Più in generale, anche i porti come in genere le altre realtà italiane, hanno bisogno di semplificazione delle pratiche burocratiche amministrative. Non è ammissibile che occorrano dieci anni per varare un piano regolatore portuale o effettuare un dragaggio. Bisogna spostare una parte dei controlli dalla fase ex ante a quella ex post, rendendoli più efficaci e meno farraginosi».