Giovanni Toti nasce a Viareggio il 7 settembre 1968. Cresciuto a Massa Carrara, vive dal 2001 a Bocca di Magra, in provincia della Spezia.
Laureato in Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, entra in Mediaset nel 1996. Giornalista professionista dal 2006, diventa direttore di Studio Aperto nel 2010 e del Tg4 nel 2012. Incarichi da cui si dimette il 24 gennaio 2014, quando viene nominato consigliere politico di Forza Italia in vista delle elezioni europee di maggio dello stesso anno. Eletto europarlamentare (Gruppo del Partito popolare europeo), Toti è membro della Delegazione alla Commissione di cooperazione parlamentare Ue-Russia e della Commissione per la cultura e l’istruzione.
Toti si candida alle Regionali 2015 della Liguria come rappresentante di Forza Italia, appoggiato da Lega Nord, Fratelli d’Italia e Area Popolare.
– Quale è il suo slogan elettorale?
«#Cambiamoinsieme la Liguria e l’Italia».
– Che cosa significa questo slogan per lei?
«Dopo dieci anni di immobilismo del Pd ligure vogliamo far ripartire questa regione».
– Quale voto dà all’ultima giunta Burlando?
«Non pervenuto».
– Motivi il voto.
«Non dimentichiamo che l’assessore alla Protezione civile, la signora Lella Paita, era in campagna elettorale per le primarie il giorno della disastrosa alluvione».
– Quale è il problema più importante da risolvere in Liguria?
«Il problema della sanità, che è la peggiore d’Italia, e anche le grandi opere mai compiute dal Pd penalizzano molto la regione».
– Una sua idea per l’occupazione giovanile.
«La disoccupazione giovanile supera il 45% in Liguria, troppi giovani devono lasciare questa regione per trovare lavoro in altre parti d’Italia. Vogliamo incentivare le imprese che offrono posti di lavoro, specie ai giovani, con riduzione dell’Irap».
– Una sua idea per favorire l’apertura di nuove imprese.
«Vogliamo ridurre il livello delle spese e delle commissioni richieste a oggi dalla P.a. per chi vuole registrare un’impresa. Istituiremo uno Sportello Unico a burocrazia zero per tutte le nuove imprese. Pensiamo poi di censire i locali pubblici non utilizzati affidandoli in comodato d’uso gratuito ai giovani che vogliono fare impresa».
– Una sua idea per il turismo ligure.
«Per colpa dell’atteggiamento della giunta di sinistra l’opportunità di Expo 2015 è persa. Ora cambiamo rotta. Bisogna potenziare le infrastrutture su ferro e su gomma e soprattutto rianimare l’aeroporto di Genova, dicendo sì alla privatizzazione dello scalo e aumentando voli charter e low cost».
– Una sua idea per l’agricoltura ligure.
«L’agricoltura deve essere al centro di una strategia di valorizzazione. Vogliamo sviluppare il chilometro zero e i mercati di vendita diretta, incentivare i patti territoriali, concedere ai giovani i terreni incolti per l’avviamento di imprese agricole, valorizzando così il Made in Liguria».
– Una sua idea per il commercio ligure.
«Bisogna combattere l’abusivismo a favore del commercio regolare e del decoro. Incentivare il potenziamento dei centri commerciali naturali e agire con decisione per le prossime scadenze delle concessioni balneari in attuazione della normativa europea Bolkestein, che comporta rischi per un settore vitale per la Liguria».
– Una sua idea per la sanità ligure.
«Le liste di attesa in Liguria sfiorano l’anno. Il Pd non ha mai pensato in questi dieci anni che per ridurre questi tempi bastava tenere aperti gli ospedali fino alle 11. Appena governeremo, dal giorno dopo, apriremo le strutture sanitarie pubbliche il sabato e la domenica, così come è stato fatto dalle giunte di centrodestra in Veneto e Lombardia».
– Cosa pensa della Gronda di Genova?
«Basta con tentennamenti e indecisioni. Il nodo genovese deve essere realizzato prima che i canoni autostradali per ripagarlo lievitino ulteriormente. Cosi come accaduto in questi anni dove si è perso tempo».
– Cosa pensa del Terzo valico?
«Diciamo di sì al Terzo valico».
– I porticcioli turistici esistenti in Liguria sono sufficienti?
«Il tema dei porti è un problema di infrastrutture. Sdoganare le merci significa tirarle giù da una barca, farle entrare in Italia e portarle via dal porto. Portare via dal porto le merci e svuotare i piazzali in una regione dove non ci sono strade e poche ferrovie è difficile. È necessario rifare le banchine esterne ai porti perché le navi crescono sempre di più, arrivando a 20 mila contenitori. In dieci anni non si è fatto niente e ora rischiamo di rimanere fuori dalle più importanti rotte».
– Cosa pensa della concorrenza tra i tre porti liguri?
«Bisogna coltivare le specificità dei singoli porti e coordinarli a livello nazionale. Bisogna restituire un ministero che coordini l’attività dei porti e della Marina mercantile».
– Cosa bisogna fare subito per risolvere i problemi del territorio ligure ed evitare frane e alluvioni?
«La pulitura dell’alveo di tutti i fiumi regionali è prioritaria. Nomineremo un commissario straordinario alla sicurezza perché tragedie come quella successa il 9 ottobre 2014 non succedano più. Mentre la Paita è indagata, assessore delle alluvioni, quel giorno era impegnata a fare campagna elettorale per il Pd. Della serie prima le poltrone, vizio di famiglia, poi il territorio».
– Ha già dei nomi per la sua giunta? Quali?
«Faremo una giunta di uomini e donne che vogliono cambiare in meglio questa regione. Non ci importa delle poltrone ma della determinazione a migliorare questo territorio da dieci anni abbandonato a se stesso».