Il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso presentato da alcuni tassisti contro Uber. La motivazione è: concorrenza sleale.
L’effetto immediato è il blocco dell’applicazione Uber pop in tutta Italia e comunque la prestazione di un qualsiasi servizio “che organizzi, diffonda e promuova da parte di soggetti privi di autorizzazione amministrativa e/o di licenza, un trasporto terzi dietro corrispettivo su richiesta del trasportato, in modo non continuativo o periodico, su itinerari e secondo orari stabiliti di volta in volta”. Potrebbe essere a rischio quindi anche un altro servizio come Bla Bla Car.
Il tribunale ha fissato una penale di 20 mila euro per ogni giorno di ritardo nell’attuazione di questa inibitoria, trascorsi 15 giorni dall’ordinanza emessa oggi.
Il provvedimento sarà pubblicato per 30 giorni sull’home page del sito di Uber. Le società del gruppo sono anche obbligate al rimborso delle spese di giudizio.
Esultano le organizzazioni sindacali dei tassisti. La Cooperativa Radio Taxi Genova dichiara in una nota: “Nel silenzio e nelle inoperatività delle Amministrazioni, del governo e del Parlamento, finalmente abbiamo trovato un giudice. Abbiamo fatto un primo importante passo per la giustizia e per la difesa del nostro lavoro, che continueremo a difendere”.