Una crisi che va avanti dal 2007, ma che nel 2014 ha visto un’inversione di tendenza che potrebbe rappresentare l’uscita dal tunnel. Il rapporto edilizia presentato da Ance Genova, l’associazione nazionale dei costruttori edili, sembra ancora un bollettino di guerra: in 7 anni è stato perso il 32% degli investimenti, pari a circa 64 miliardi, nell’edilizia privata sono scesi i permessi di costruire (-12%) e gli interventi ultimati (1.573 nel 2014 contro i 2.141 nel 2013).
E come ogni guerra ecco il bollettino delle vittime, ossia di coloro che hanno perso il lavoro: secondo le casse edili delle quattro province nel 2014 sono calati gli iscritti di 1.905 unità (pari al 9,39%), rispetto all’anno precedente il numero di imprese attive è calato dell’8.3%.
Solo a Genova 680 operai in meno. Dal 2007 nella provincia sono uscite dal settore delle costruzioni 620 imprese e 3.500 addetti.
Sono calate anche le ore lavorate in Liguria: -7,4% (a Genova -6,34%).

«Una morte silenziosa – dice il presidente di Ance Genova Filippo Delle Piane – perché ha coinvolto imprese sotto i 15 addetti. Consideriamo che è stato perso il 50% del fatturato in opere pubbliche e il 70% in nell’edilizia residenziale privata».
Ance predica ottimismo: «Dall’ultimo trimestre 2014 stiamo registrando un’inversione di tendenza trainata dal mercato immobiliare con un +50,4% di mutui concessi per l’acquisto – spiega Delle Piane – si tratta di transazioni tra privati i cui effetti si vedranno tra qualche trimestre. Sulle opere pubbliche lo scenario è più “timido”, per questo servono interventi puntuali e tempestivi, soprattutto di tipo fiscale».
L’appello di Ance al governo è di credere nel fatto che il settore sia trainante, ma anche a cambiare le regole: «Abbiamo visto che il massimo ribasso com’è oggi è un criterio che non funziona, né per le imprese né per le stazioni appaltanti». In un recente incontro con il ministro Delrio Ance ha presentato un elenco di 5000 opere immediatamente cantierabili per ridare ossigeno al settore. 277 progetti sono in Liguria per un importo di 226 milioni: «Va bene spingere sulle grandi opere – sostiene Delle Piane – ma se vogliamo che la ripresa si consolidi dobbiamo spingere su opere cantierabili subito. Le abbiamo selezionate pensando alla tipologia di operatori sul territorio». Si tratta di opere stradali di cui 8 nuove o varianti e 42 per manutenzione e messa in sicurezza. 43 sono le opere urbane (interventi su spazi pubblici), 48 i cantieri legati a edifici scolastici. Ben 61 le opere sul rischio idrogeologico e la protezione dell’ambiente.